Impareranno a mimetizzarsi ed evitare i cecchini
COME SALVARSI LA VITA COME SALVARSI LA VITA Impareranno a mimetizzarsi ed evitare i cecchini AL fronte con telecamera e mimetica, registratore e kit di sopravvivenza, personal computer e radio da campo. Cinque morti italiani in due mesi tra i giornalisti in prima linea hanno dimostrato che affidarsi al coraggio, all'esperienza e alla fortuna non basta per portare a casa il servizio (e la vita). C'è bisogno anche di addestramento militare. Conoscere le armi, mimetizzarsi, evitare le raffiche, dribblare le mine, montare una tenda, individuare il nemico. Rai e esercito hanno raggiunto un accordo: gli istruttori militari insegneranno tutto questo agli inviati sul campo di battaglia. Ex volpi del Transatlantico impareranno a salire e scendere da un carro armato sotto il fuoco avversario. Impigriti titolisti rischiano di dover trovare il modo di mimetizzarsi su un terreno scoperto. La prima scuola di guerra per giornalisti durerà una settimana, all'inizio di aprile. E sarà faticosa. «L'addestramento durerà dalle 7 e 30 alle 18, più tre ore di seduta notturna», spiegano allo stato maggiore dell'esercito. Non è stata la morte di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, assicurano, a far partire il prò- getto: i preparativi sono cominciati un mese fa, e giovedì prossimo l'accordo verrà formalizzato dal generale Bonifazio Incisa di Camerana, il capo di stato maggiore dell'esercito, e da Claudio Dematté, il presidente della televisione di Stato. Saranno gli istruttori della brigata alpina «Julia» a prendersi cura delle prime quindici reclute Rai (ma in futuro il corso sarà aperto anche agli inviati della carta stampata che lo richiederanno). Si comincia con le «tecniche di superamento ostacoli in terreno vario», che tradotto significa attraversare indenni un campo minato o un'area battuta dal fuoco dei mitra o dell'artiglieria. Poi sotto con la «sopravvivenza in ambienti igienicamente degradati»; come cavarsela senz'acqua e senza viveri. I giornalisti impareranno a costruirsi un equipaggiamento d'emergenza, a ripararsi la bocca con uno straccio e scegliere scarpe e borraccia per affrontare un terreno contaminato da armi chimiche, a distinguere un obice da un mortaio, a muoversi di notte quando gli inviati devono spostarsi dietro i soldati impegnati in un rastrellamento. Come riconoscere le trappole, i fili sospetti, le mine? Come si può osservare la scena dello scontro senza essere visti e centrati da un cecchino? Gli istruttori della Julia cercheranno di insegnare anche questo. Il camp sarà in Friuli, nella zona di Venzone. I cronisti sgobberanno tra Artegna, Molino Rainis e Rivoli, in provincia di Udine. Tra le materie, anche il pronto soccorso: come medicarsi o prestare aiuto al compagno ferito. L'orientamento: come leggere il sole e le stelle per stabilire la propria posizione dopo un atterraggio d'emergenza. La tecnica di guerriglia: come infiltrarsi tra le file nemiche e battersela al momento giusto per guadagnare la salvezza. Già che ci sono, per evitarsi seccature in avvenire i comandanti degli alpini ne approfitteranno per un corso di «informazione militare». Spiegheranno cioè come comportarsi in conferenza stampa, quel che si può chiedere a un generale e quel che è meglio tenersi per sé. Militari italiani durante le esercitazioni Per una settimana anche gli inviati Rai si addestreranno a evitare i rischi della guerra
Persone citate: Bonifazio Incisa, Camerana, Claudio Dematté, Ilaria Alpi, Miran Hrovatin, Rainis
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