Una lettera a Napolitano, Spadolini e Scalfaro: abbiamo le prove

Una lettera a Napolitano, Spadolini e Scalfaro: abbiamo le prove Una lettera a Napolitano, Spadolini e Scalfaro: abbiamo le prove [ [ a A politica italiana cominm A cera a essere una cosa seria quando Gianfranco Funari tornerà a fare il cabarettista. Non meno delle inchieste e della notizia di ruberie, dello sfascio amministrativo e sanitario, delle collusioni mafiose e dell'inettitudine fiscale, l'ambita gogna televisiva dell'edicolante Fininvest ha contribuito in questi due anni a sputtanare l'immagine del politico di professione agli occhi dei connazionali. Vederli sfilare uno a uno, da sinistra a destra, per implorare da un piazzista di insaccati la grazia di una confessione, la benedizione di un'ostia al prosciutto, ha definitivamente sollevato l'italiano medio da ogni complesso d'inferiorità nei confronti dei suoi leader. Siamo alla politica avanspettacolo: a' onorevole, facce ride. Come tutti i bertoldi televisivi, miliardari e populisti, Funari sta sempre dalla parte del potere fingendo di condividere i dubbi del poppalo. Nella primavera del '92 e seguenti, a Tangentopoli inoltrata, Funari tifava per i socialisti. In particolare, i suoi amici e sponsor personali Pillitteri e Martelli, detto «leprotto». Dopo le prime retate, passa a De Lorenzo e La Malfa, mostrando scarso fiuto. A quel punto Craxi, gelosissimo, ordina a Berlusconi di licenziarlo. Funari minaccia fulmini giudiziari sul «piduista» e intanto tratta con Raitre, dove Guglielmi gli farebbe ponti d'oro. Alla fine decide in base all'offerta e ritorna per sei miliardi al servizio di Berlusconi. Sei miliardi sono tanti, ma Funari, va detto, se li è meritati tutti. Legittimato dal cretinismo blobbistico-televisivo della sinistra come «arbitro della videopolitica», il giornalaro lavora sodo per Forza Italia. Umilia e fiacca i poveracci candidati di sinistra e centro che gli mendicano un'ospitata ingozzandoli di mortadelle e tortellini plastificati. Abboccano e si fanno imboccare, tra gli altri, D'Alema e Occhetto, Speroni e Maroni, Segni e Ayala. Nel frattempo sostiene la causa del Grande Prosciutto, esor¬ A destra, Fedele Confalonieri che ha sostituito Berlusconi al vertice della Fininvest A