Verne, censurate il profeta

Verne, censurate il profeta Verne, censurate il profeta Così l'editore gli respingeva i romanzi terare il pensiero paterno o a cambiare il finale ài un romanzo». Un esempio? «Nel Segreto di Guglielmo Storitz la protagonista Myra, resa invisibile dall'alchimia (e nell'originale restava così fino all'ultimo), diventa normale dopo aver dato alla luce un bimbo. Un ritocco per compiacere il pubblico. C'era un contratto con Hetzel figlio per il solito scopo: rendere i racconti più commerciali». Gondolo della Riva è un detective letterario instancabile. Controllando date e manoscritti è riuscito anche a dimostrare che il romanziere per il suo Viaggio al centro della Terra aveva in mente Laura di George Sand e ne elenca le «sorprendenti analogie». Un'ispirazione, beninteso, non un plagio. Ma c'è ancora molto da esplorare nel pianeta Veme? «Secondo me la parte inesplorata è più grande di quella conosciuta perché c'è una valanga di articoli e biografie in cui gli autori si copiano l'un l'altro, non risalgono alla fonte vera, ai documenti originali». Così si tramandano errori, così Verne resta prigioniero della leggenda. 0 del luogo comune. audaci o attribuire alla mano del Signore avvenimenti che l'autore assegnava al caso. Perfino l'ultima parola del libertario capitano Nemo in punto di morte era stata censurata: nel manoscritto originale mormorava «Indipendenza!», nell'edizione stampata sospira: «Dio e Patria!». In questi documenti ritrovati c'è qualche altra sorpresa? «Una delle lettere più significative è quella in cui l'editore respinge Paris au vingtième siede?. E' un romanzo tuttora inedito, forse scomparso, forse nelle mani degli eredi». Pierre-Jules Hetzel qui non risparmia dure osservazioni al suo pupillo, dice che il protagonista Michel è un idiota, che gli altri personaggi non sono divertenti e spesso sono sgradevoli. Rincara la dose: «E' inutile far invecchiare il mondo di cent'anni se non si è al di sopra di quello che tutti vedono oggi... Lei è nella mediocrità fino ai capelli. Non c'è vera originalità, né semplicità, né spirito. In una parola non c'è nulla di ciò che può dare una vita di sei mesi a un libro». E il libro non vide mai la luce. Altre volte i rilievi di Hetzel riguardano lo stile, come a proposito del Chancellor, quando si lamenta di essere stato colpito dal moltiplicarsi degli «e», «perché», «tuttavia» per legare frasi «che ci guadagnerebbero invece a restare brevi». L'editore ammonisce: «Io abbatto spesso queste congiunzioni inutili». In certi casi si spinge anche a suggerire personaggi o episodi. Per II raggio verde, dopo una premessa adulatrice, incalza l'autore (e il consiglio sarà accolto) esortandolo a precisare meglio per il pubblico che cos'è l'inseguimento di quella magìa: «chi ha visto quel raggio vede chiaro dentro il suo cuore e in quello degli altri». Per rendere più divertente Michele Strogoff propone di introdurre un vagabondo russo con un cane. Anche per ventimila leghe sotto i mari ha in serbo qualche idea e la espone in una lettera del 1868: perché non mettere in scena dei piccoli cinesi, salvati dalle mani dei pirati che li hanno rapiti? «Si potrebbe tenerne uno a bordo. Nessuno lo capisce, lui non capisce nessuno. Nemo non può preoccuparsene. Rallegrerebbe il Nautilus...». L'ultima frase è però un guizzo di discrezione: «Ma questo è affar vostro». Hetzel si affanna perché il suo autore piaccia, diverta, venda. Fu troppo invadente fino a tarparne in certi casi le ali, come qualche critico sostiene? Gondolo della Riva dice di no: «Il contributo di Hetzel alla composizione dei Viaggi straordinari è stato fondamentale, grazie ai documenti lo si può valutare parola per parola. E' stata una collaborazione letteraria e amichevole, un fatto storico. Ma non bisogna esaltare troppo il ruolo di Hetzel o rimpiangere troppo la più grande spontaneità che Verne avrebbe avuto senza di lui». Aggiunge: «Penso che l'influenza più forte non sia stata tanto nel modificare questo o quel romanzo, ma nell'aver incanalato l'estro di Verne in un genere letterario nuovo, il romanzo geografico-scientifico, anzi più geografico che scientifico». Da qualche tempo sono svelati tutti i rifacimenti del figlio Michel e alcuni studiosi riconoscono che è stato Gondolo della Riva a fare scattare queste ricerche. «Sì, l'avevo annunciato al convegno di Cérisy-la-Salle. Alla morte cU Verne nel 1905 i manoscritti sono stati affidati a una dattilografa per un controllo dell'editore: ho trovato questi testi battuti a macchina e mi sono accorto che non coincidevano con le opere pubblicate postume. Sono venuti fuori così gli interventi di Michel il quale non esitava neppure ad al¬ Emesto Gagliano