Vietato dividere i fichi di Alberto Papuzzi

Vietato dividere i fichi_ Vietato dividere i fichi_ «Solidarietà rossa» tra vessazioni e torture LETTERE AL GIORN domanda Ginzburg - vale per qualunque potere? Oppure la paura di perdere la faccia denota un potere solo apparentemente assoluto e perciò intrinsecamente fragile? Si infliggono punizioni perché un detenuto «offrì la gavetta sua stessa ai due compagni e fece bere loro un po' del suo latte» o perché un altro si avvicina a un compagno «e gli cede con malizia n. 10 fichi secchi». Un capoguardia annota che Natoli dà mezza razione di castagne in brodo a un compagno. Cinque giorni a pano e acqua subisce un recluso sorpreso a dividere la sua frutta, «mettendone nascostamente nei posti dei com¬ ALE cella aggravata per «menzogne e calunnie nella persona del capoguardia». Perché il registro diventa adesso di pubblico dominio? Perché non si cancelli la memoria di un microcosmo di vita carceraria, che era lo specchio «di un'intensa e attiva resistenza, di una passione politica e morale». Nel caso del penitenziario di Civitavecchia i protagonisti di questa resistenza erano soprattutto giovani comunisti. Il comunismo è caduto, si ricorda in queste stesse pagine, sia come modello economico sia come sistema politico. Ma II registro è anche un libro contro «l'inaccettabile tentativo di cancellarne integralmente la memoria». Che non è la memoria di un sogno, scrive Foa, ma dell'azione consapevole di uomini e donne che hanno lottato per sé e per gli altri. Da notare che Foa non era comunista ma di Giustizia e Libertà, benché le ineffabili guardie di Civitavecchia lo descrivano come «caporione di comunisti, propagandista abile e malizioso». A destra Vittorio Foa A sinistra Aldo Natoli uno dei padri fondatori del ^Manifesto» pagni». In molte pagine del registro ritorna una stessa accusa: «Trattasi della solidarietà comunista». La «cella aggravata» era la punizione più dura: pane e acqua nei giorni dispari di ogni settimana, pancaccio e coperta. Bastava che una guardia pensasse di aver udito le parole «comunismo» o «bolscevismo» perché scattasse la «cella aggravata». Che diventava pesantissima per chi protestava: Salvatore Cacciapuoti, picchiato in isolamento, riuscì a far pervenire una denuncia del fatto al ministero: convocato dal consiglio di disciplina del carcere, gli furono inflitti sessanta giorni di Alberto Papuzzi

Persone citate: Aldo Natoli, Foa, Ginzburg, Natoli, Salvatore Cacciapuoti, Vittorio Foa

Luoghi citati: Civitavecchia