LA MEMORIA. Trovato dopo 50 anni il registro delle punizioni in un carcere fascista

LA MEMORIA. Trovato dopo 50 anni il registro delle punizioni in un carcere fascista LA MEMORIA. Trovato dopo 50 anni il registro delle punizioni in un carcere fascista Unun rie vietava la cessione fra i reclusi di viveri, bevande, oggetti. E naturalmente vietava qualsiasi forma di attività politica: proibito parlare insieme in più di tre persone, proibitissimi i discorsi politici e soprattutto le conferenze politiche. Il registro delle punizioni, come scrive Foa, «è la cronaca di quello scontro». Ma dietro lo stillicidio di episodi burocraticamente annotati dai capiguardia viene alla luce anche un altro significato del registro: esso è un'anatomia del potere carcerario. Ci dice che cos'è concretamente questo modello di potere. Non ha bisogno solo di un monopolio della violenza, che si esercita anche con provocazioni, vessazioni, menzogne e pestaggi da parte delle guardie. Ha bisogno di un'autorevolezza, seppure burocratica: i detenuti sono trattati col voi, ma devono sempre dare del lei al personale carcerario. Guai a infrangere la barriera che separa il recluso dal secondino: «contegno arrogante» e «modi strafottenti» sono un'accusa ricorrente nel registro. Questa suscettibilità - si Un milite fascista colpisce un prigioniero durante un interrogatorio. Sotto, un'altra tortura durante il Ventennio

Persone citate: Foa