«Trappola dei colleghi»

«Trappola dei colleghi» «Trappola dei colleghi» VERCELLI. Marina Carando, 42 anni, era la moglie di Luciano. Ha un figlio, Marco, di 18 anni. Lei, Luciano, lo ricorda così: «Era una persona irreprensibile come padre e come marito. Ha sempre e soltanto fatto del bene agli altri. Era una vittima, ne sono sicura». Vittima di chi, signora? «Vittima di una trappola architettata da qualche collega di lavoro invidioso». E racconta: «Qualcuno l'ha pugnalato alle spalle». E che sentimenti prova per la donna che suo marito avrebbe molestato? «Non la conosco e a questo punto non mi interessa neppure conoscerne il nome. Ne avevo parlato con mio marito. E lui mi aveva chiesto perdono per il suo comportamento. Mi ha detto che tra noi non era cambiato nulla e che lui cercava soltanto un'avventura. Probabilmente qualcuno ha scoperto il lato debole di mio marito per incastrarlo». [p. s.] un complotto?» E la vedova di Luciano Carando, la signora Marina, ora lo ricorda così: «Mio marito ha sempre aiutato tutti, un uomo così non lo si trova da nessuna parte. A tutte le donne auguro di trovare un uomo come lui». E accusa: «Sono una donna ma mi vergogno delle donne, mi fanno paura, spesso riescono ad arrivare dove nessuno osa». E allora, signora Giusi, come si sente stamattina? «Come una che ha fatto la cosa giusta», risponde subito battendo lentamente le ciglia sugli occhi neri e intensi, come se sognasse. La cosa giusta a volte può essere la più crudele. Eppure, di tutti gli avvenimenti grandi e incredibili, di tutte le parole sconvolgenti, niente è più imbarazzante, più sulle molestie sessuali, inventato sulla scia dei successi di Michael Crichton. Luciano Carando, funzionario dell'Atap, ricatta la sua dipendente, Giuseppina Cugusi: o ti vesti sexy e ci stai, o te ne vai. 1 carabinieri organizzano la trappola in casa di lei, e l'arrestano: quando esce dal carcere, lui si uccide. E lei è licenziata: «Motivi di opportunità, cerca di capire». In fondo, è come se la storia di Mamma Giusi cominciasse dopo, quando la ribellione a un sopruso diventa colpa, o senso di colpa, «e in mano non ti resta nient'altro che il complimento di tuo figlio. Ma che me ne faccio senza un lavoro?» Un giornale locale comincia a sparare titoloni: «Due verità per il caso Carando. Donnaiolo incallito o vittima di CONCESSIONARIA

Persone citate: Carando, Giuseppina Cugusi, Luciano Carando, Mamma Giusi, Marina Carando, Michael Crichton