Martinazzoli picconate per tutti

Ma il segretario del ppi non entra nella polemica su mafia e Forza Italia Ma il segretario del ppi non entra nella polemica su mafia e Forza Italia Martinazzoli, picconate per tutti «Berlusconi? Un bugiardo», «Orlando sbaglia» ROMA DALLA REDAZIONE FINANCIAL TIMES «Bugiardo», «politicamente imbecille». Non pesa le parole Mino Martinazzoli, quando parla di Silvio Berlusconi. In quest'ultimo scorcio della campagna elettorale gli animi si surriscaldano. Volano gli insulti. E il segretario del ppi si adegua attaccando l'avversario che potrebbe sottrargli voti. Si defila solo dalla «querelle», che si è aperta tra sinistra e destra, sui rapporti tra la mafia e Forza Italia. Probabilmente, nella speranza che sia vero il motto secondo cui tra due litiganti il terzo gode. Martinazzoli (imitato in questo dagli altri leader del «centro») non vuole essere coinvolto in quella che la «Voce repubblicana» bolla, sprezzante, come un'«indegna bagarre». Per il resto, il segretario del partito popolare con il Cavaliere è tutt'altro che tenero. «Non discuto la persona spiega - ma quando il potere degli affari e dell'informazione diventa potere politico, la situazione si fa preoccupante». Dunque, per Martinazzoli la «ricetta» di Berlusconi si può riassumere in una sola frase: «basta politica, solo affari». Il leader di piazza del Gesù parte lancia in resta contro il Cavaliere. Però non entra nella polemica sui rapporti tra la mafia e Forza Italia. Se la prende piuttosto con la «perversa volontà di strumentalizzazione» di Leoluca Orlando, uno dei primi leader della sinistra a sferrare l'attacco a Berlusconi sui rapporti con «Cosa nostra». Diventa sarcastico, Martinazzoli, quando parla di Orlando e della mafia. «Il suo linguaggio - dice - mi ha convinto che lui non rappresenta il contrario, ma solo il rovescio di pesa il sospetto di collusioni con la mafia, e sui progressisti e i magistrati aleggia la fama di persecutori illiberali, per il «centro» in caccia di consensi è indubbiamente un vantaggio. La linea del Patto, dunque, è chiara: tenersi fuori da questa polemica. Che invece sembra appassionare la sinistra, con la Rete che decide addirittura di presentare contro Forza Italia un esposto alla Procura di Palermo. Ma non è solo il movimento di Orlando a tener desta la «querelle». Anche il pds ci si impegna. Occhetto continua a ripetere che «Berlusconi non è stato chiaro» sul problema della mafia, Pietro Folena attacca Tiziana Parenti che «qualche giorno fa ha aperto la campagna elettorale a Bagheria in compagnia di amministratori limiani». Pure Rifondazione non rinuncia alla battaglia. E Armando Cossutta definisce «preoccupanti» le esitazioni del Cavaliere sulla mafia, che sta cercando «addentellati» con Forza Italia. Ma nella polemica si fanno sentire anche gli «amici» di Berlusconi. Marco Pannella corre da Scalfaro, mentre Tiziana Maiolo dichiara: «Se è stato necessario per Orlando fare fuori Falcone - perché, se avesse potuto continuare le sue indagini sarebbe giunto alle radici politiche della mafia vincente che affondano prima nella de di Orlando e nella rete poi -, oggi è necessario far fuori Berlusconi». E Giuliano Ferrara accusa i progressisti di compiere, nei confronti del Cavaliere, «qualcosa di molto simile ad un assassinio vero e proprio». Chissà se veramente questa «bagarre» tra fazioni opposte, come spera Martinazzoli, porterà voti al moderato «centro». «Alla fine capiremo chi è che ha dato i suggerimenti ai boss della mafia Orlando? Ci penseranno i miei legali»

Luoghi citati: Bagheria, Palermo, Roma