Pirata sequestra un aereo con radiocronaca in diretta di F. Grignetti

Roma, ore di paura seguite in tutta Italia Roma, ore di paura seguite in tutta Italia Pirata sequestra un aereo con radiocronaca in diretta Trattative trasmesse da un telefonino Rai Il dirottatore: pagatemi il carcere ingiusto SLONDRA E è vero che ciascuno di noi ha diritto a un quarto d'ora di celebrità, come proclamava Andy Warhol, Eddie Burks si è giocato quel felice momento l'anno scorso, grazie al fantasma di Thomas Howard, quarto duca di Norfolk. Non passa settimana senza che questo mite pensionato di 71 anni, con un accattivante sorriso sotto la barba bianca e un disarmante distacco dai suoi agghiaccianti poteri, restituisca la pace a un'anima persa. Eddie Burks è un ghostbuster, un acchiappafantasmi; e anche se la definizione non gli piace - ma il film con quel titolo lo ha divertito - e se preferisce definirsi «un semplice medium», è ormai rassegnato all'etichetta che la stampa inglese gli ha affibbiato. Più che un cacciatore lui si descrive come «amico dei fantasmi»: non li combatte, non li annienta, ma li libera «dal loro lungo purgatorio, dal limbo fra la vita terrena e l'aldilà». Nella sua casetta di mattoni rossi alla periferia di Lincoln, Eddie Burks si circonda di libri di storia e di ricerca scientifica. «Le pare che uno come me, con una laurea in ingegneria, una vita trascorsa nella costruzione di aeroporti e di strade, insomma con una carriera di timbro scientifico, sia uno che si lascia dominare dall'irrazionale, che si permette di scherzare con i fantasmi?». Nessuno strumento, nessuno studio, nessuna preparazione: solo il pensiero. Da quattro anni, da quando è pensionato, i fantasmi dominano la sua vita. Nessuno gli è forse più caro di Thomas Howard. Giustiziato nel 1572 per ordine di Elisabetta I, si era installato nella sede della banca - la Coutts - usata da Elisabetta II. Mandava in tilt illuminazione e computer. Si faceva anche vedere: senza testa, dalle segretarie. Eddie riuscì subito a creare un contatto. E lui gli raccontò le sue vicende. In che lingua? «Non è un processo verbale. Una volta parlai con un fantasma francese, ma non so il francese». Howard gli spiegò: non mi piegai alla sovrana, fui falsamente accusato di tradimento, fui decapitato non lontano da qui, in un giorno d'estate. Racconta Burks: «Mi misi a passeggiare su e giù, con lui. Mi ringraziò. A quel punto cominciai a vederlo e a descriverlo. C'è sempre qualcuno, con me, che prende nota di quello che dico. Mi mostrò anelli, catena, medaglione, insomma le sue glorie terrestri. Poi comparve una donna, anche lei con un vestito di foggia elisabettiana: lo prese per mano e lo portò via». Fu il suo quarto d'ora di gloria. Tutti i giornali parlarono di lui. Poi, nel silenzio, Eddie Burks ha continuato su quella straordinaria strada: ha già «liberato» circa trecento fantasmi al ritmo di due o tre la settimana. Eppure il paranormale fa parte della sua esistenza da poco più di vent'anni. Prima, niente. O quasi. «Da bambino - racconta - ebbi una strana avventura che mi rivelò un altro livello d'esperienza. Dopo un intervento chirurgico ebbi quello che si chiama un tunnel. Ero in un giardino magico e non volevo lasciarlo. Fui deluso quando mi svegliai. Ma soltanto dopo la morte della mia prima moglie, nel 1970, ebbi una vera esperienza paranormale. Avevo 48 anni, sentii la sua presenza il giorno dopo il decesso. Da allora c'è stata una continua evoluzione: ora la vedo come una presenza lu- ROMA. Ha sequestrato per due ore l'aereo Palermo-Roma sulla pista di Fiumicino, minacciando i passeggeri con una bomba poi risultata fasulla. Un gesto per protestare contro lo Stato che non gli liquida 40 milioni che gli spettano per essere stato incarcerato ingiustamente. Giuseppe Cizio, 67 anni, di Trapani, alla fine ha accettato di parlamentare con il magistrato, ma è stato bloccato dagli agenti mentre scendeva dall'aereo. Tutta la vicenda è stata riferita in diretta dai passeggeri con i loro cellulari e il Grl ha persino fatto la radiocronaca dell'episodio, grazie a un giornalista che era a bordo dell'aereo. F. Grignetti e A. Ravidà A PAG. 9

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