E il «mattone» riparte nella sua marcia

Dopo un lungo momento di stasi il mercato dà cenni di ripresa nelle grandi città Dopo un lungo momento di stasi il mercato dà cenni di ripresa nelle grandi città E il «mattone» riparte nella sua marcia Tempo di incertezze, tempo di investire nella casa Il mercato riparte. L'affermazione può sembrare troppo positiva, ma secondo alcuni esperti l'ottimismo non è fuori luogo. A Milano, che da sempre è una città che anticipa il resto d'Italia, le transazioni immobiliari sono in leggera ripresa, complice un leggero ribasso dei prezzi che ha favorito l'andamento delle vendite. Molti, poi, guardano alle ormai prossime elezioni. Per quanto nessuna, o quasi, delle coalizioni in corsa abbia presentato un programma per l'edilizia e la casa, è opinione diffusa che qualcosa di nuovo potrebbe succedere. Ecco quanto ha dichiarato a un mensile specializzato il presidente di una delle più illustri società italiane del settore: «Se vince la destra, diminuiranno forse le imposizioni fiscali, ma si tenterà in ogni modo di colpire gli evasori fiscali, che nell'immobiliare sono moltissimi, per cui stazioneranno prezzi e valori. Se invece vincono le sinistre, penso che continuerà l'assistenzialismo. Aumenterà ancora il costo del denaro, ci sarà ancora svalutazione. Per cui la gente finirà per investire nel mattone...». La casa, infatti, continua ad essere considerata dalla maggior parte degli italiani un investimento sicuro. Per molti è addirittura 1'«unico» investimento sicuro. Le cifre sono note, ma vale la pena ripeterle. Un recente sondaggio d'opinione ha rivelato che il 56,5 per cento dei proprietari di casa in Italia si dichiara soddisfatto perché ritiene di aver investito nel modo più sicuro. Soltanto il 15 per cento si dice contento soltanto a metà e dichiara di essere alla ricerca di qualcosa di meglio. Nessuna sorpresa, invece, nelle motivazioni che stanno alla base dell'acquisto: il 39,7 per cento dichiara di aver comprato un appartamento «per i figli», il 34 per cento lo ha fatto per impiegare capitali in un settore «che non tradisce mai», il 13,7 per cento pensa invece ad una speculazione, immediata (affitto) o futura (cessione a prezzi maggiorati nel volgere di qualche anno). Secondo gli esperti, dopo anni di stasi, si sta verificando un incremento di duplice natura: da un lato crescono gli investimenti per la prima casa, favoriti anche (come diciamo in altra parte della pagina) da un progressivo calo dei tassi di interesse che gravano sui mutui immobiliari. Cresce, però, anche l'acquisto per investimento, portato a termine da persone che sono già proprietarie e che si rivolgono al mercato con la speranza di ottenerne un guadagno economico. «Si tratta - spiegano gli esperti - di persone che possono permettersi un investimento a lungo termine». I tempi della crescita selvaggia dei prezzi sono infatti finiti. E questa è una fortuna, visto che il "mercato drogato" non porta mai verso traguardi positivi. Con il decollo - invero un po' lento - dei patti in deroga, inoltre, anche il mercato degli affitti può essere conveniente per chi abbia a disposizione un discreto capitale senza la necessità di «realizzare» degli utili sul tempo breve. Parallelamente e paradossalmente, la crescita degli affitti - che in alcune zone delle città settentrionali sono ormai vicini alle rate di un mu¬ tuo - ha rilanciato anche la compravendita. Molti infatti, calcolati vantaggi e difficoltà, preferiscono scegliere la via dell'acquisto. «Nonostante una politica di tassazione penalizzante per la categoria dei proprietari di casa - spiegano gli addetti ai lavori - in Italia il mercato non è mai stato davvero in crisi. L'appartamento di proprietà è un traguardo per molti, e in fondo la gente ha sempre bisogno di cambiare casa. C'è chi si sposa, chi divorzia, il giovane single che va a stare da solo, la famigliola che cresce e, con i primi bambini, s'accorge di aver bisogno di spazi più larghi...». Come una volta, comunque, la categoria che maggiormente si avvicina all'acquisto è quella dei giovani sposi. La novità si nasconde piuttosto nella diversa qualità della richiesta. «Oggi - dicono gli agenti immobiliari - la maggior parte delle giovani donne lavora, e questo consente alle coppie di poter contare su una base d'entrata più grande. Se si considera poi che generalmente ci si sposa più tardi rispetto al passato, ecco che quasi tutti chiedono due o anche tre camere e cucina, per una dimensione media che si avvicina ai cento metri quadri. Questo quando solo pochi anni fa, la richiesta "tipo" era camera, cucinino e tinello». Una tendenza che dimostra come la casa di proprietà sia ancora un elemento fondamentale nell'immaginario degli italiani: un acqusito che vale - sul piano «morale» e su quello squisitamente materiale - qualche tempo di sacrifici...

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