Scrittori di Mosca una dacia per non morire di Cesare Martinetti

Scrittori di Mosca, una dacia per non morire Guerra delle ville: gli intellettuali si scontrano con lo Stato e con i boss della nuova mafia Scrittori di Mosca, una dacia per non morire L'agonia di Peredelkino: case di tolleranza dove abitò Pasternak? MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE L'Unione Sovietica è morta, gli scrittori sovietici scompaiono a uno a uno, Peredelkino è in agonia. Sembrano cronache dall'aldilà quelle che riguardano il mitico bosco dov'erano rispettosamente immerse le dacie degli intellettuali di regime. Ora in quel borgo appena fuori Mosca che più si lega al ricordo di Pasternak, due mafie sono scese in guerra. Da una parte gli scrittori superstiti del bel tempo andato, che maldestramente tentano di privatizzare il benefit-dacia che lo Stato post-sovietico non gli riconosce più. Dall'altra la mafia vera, con boss, picciotti (in russo ribjata) e pi- stole: la «famiglia» di Solntzevo, che controlla quell'angolo di territorio moscovita, impone il racket e privatizza a modo suo. Ma sul serio. Da una parte la Peredelkino Limited fondata dagli ultimi «scrittori dell'Urss» - Evghenij Evtushenko, Feliks Kuznetsov, Andrej Vozneshenskij, Mikhail Alekseev - e i loro eredi; dall'altra un neopadrino dell'arrem¬ bante ex nomenklatura sovietica che in una riunione svoltasi in un'«atmosfera da casinò» racconta Moskovskie Novostij ha trasformato in società per azioni il Dipartimento edile della vecchia Unione degli scrittori diventando in una notte proprietario di trattori e macchine edili. Da questo piedestallo il padrino si aggira nella prateria delle dacie, stabilisce le regole, fa valere soldi e potere, si sostituisce all'evanescente potere pubblico imponendo perfino una tassa privata sulla raccolta rifiuti: 6 mila rubli ad ogni svuotamento di cassonetto. E disegna progetti per il futuro: «Al centro di Peredelkino - ha annunciato - apriremo una casa di tolleranza...». Uno sfondo buono per un romanzo ancora da scrivere. Per ora, in mezzo a quelle betulle, si consuma una tenzone nutrita di veleni, prepotenze, nostalgia, decadenza. La silente atmosfera letteraria di ambulacro per scrittori coccolati è solo un ricordo. Le casette di legno per la villeggiatura, le famose dacie fuori Mosca, sogno di tutti i cittadini della capitale, qui erano riservate all'intellighenzia più esclusiva. In queste piccole costruzioni si sono pensati e scritti versi e romanzi famosi. Ottenere dallo Stato una dacia a Peredelkino era il riconoscimento più tangibile della gloria letteraria. Il potere sovietico non pagava in denaro, ma in simboli. Qui si è consumata la lunga battaglia nervosa tra il potere e Boris Pasternak. L'autore del Dottor Zivago, come altri, è sepolto qui nel piccolo cimitero diventato infrequentabile per le bande di ragazzini che minacciano i turisti. Lo scrittore Nikolaj Voronov, uno dei veterani del villaggio, si è incaricato di tenere il conto dei decossi. Negli ultimi due anni, nella zona Sud-Ovest sono morti Aligher, Smirnov, Eremin, Ardamatskij; in quella Est sono scomparsi Vinokurov, Barudzin, Sazhin, Jufit, Salynskij. Vedove, amanti, figli, nipoti, eredi resistono nelle dacie che teoricamente sono ora gestite da una Fondazione letteraria internazionale. In realtà tutto è affidato al caso e alla individuale capacità di resistenza. Alcuni dichiarano di essere scrittori essi stessi e quindi di aver diritto a rimanere nella casetta. Invece, secondo le regole, molto il titolare, gli eredi dovrebbero lasciare la casa e rimettersi in coda per un'altra assegnazione. Lo diceva anche Bulgakov nel Maestro e Margherita: «Compagni, niente invidia. Ci sono soltanto 22 dacie, altre sette ne stanno costruendo, mentre noi scrittori siamo 3111...» La vedova di Piotr Sazhin ha rifiutato di andarsene: «Ho vissuto qui 40 anni...». Le hanno fatto notare che altri aspettano una dacia da 40 anni. Il caso è in tribunale. Ma la vera guerra si fa senza carta bollata. Il padrino di Peredelkino - conciliante - ha proposto un accordo a Evtushenko e soci che - orgogliosi - hanno rifiutato. Però qui sta andando tutto in malora, dacie comprese. Ci vogliono soldi per ristrutturare, poesie e vecchie glorie non servono. E il padrino aspetta ora sulla riva del fiume di veder passare i cadaveri dei suoi nemi| ci. Peredelkino è già morto. Cesare Martinetti // padrino impone tasse speciali e annuncia progetti Lo scrittore russo, premio Nobel, Boris Pasternak

Luoghi citati: Mosca, Unione Sovietica, Urss