Ai genitori di Flavia Amabile

Ai genitori Ai genitori Ciao al telefono poche ore prima ROMA. Persino ieri sera, persino l'ultima sera, Giorgio e Luciana Alpi hanno voluto attendere il Tg3. Alle sette in punto, il televisore acceso, hanno voluto imprimersi nella memoria la polvere della strada, il bianco arrugginito del fuoristrada, purtroppo il sangue di Ilaria, i luoghi della strage. E' anche questo un modo per dire addio a una figlia che ha scelto di diventare inviata di guerra e che non è riuscita ad evitare di diventare vittima di una vera e propria esecuzione nel centro di Mogadiscio. Giorgio e Luciana, lucidissimi, fortissimi, hanno guardato ogni istante trasmesso. Erano gli ultimi momenti di Ilaria, le immagini attese per un intero, lungo pomeriggio. Troppo poche, troppo scontate, troppo «già sentite», al confronto, le parole. Qualsiasi frase, qualsiasi visita riusciva solo ad accrescere in loro il desiderio di vedere, scatenava il «voglio saperne di più» ripetuto da entrambi a tutti: parenti, amici, colleghi di Ilaria. Giulio e Luciana sono crollati solo dopo aver visto quelle immagini, solo dopo aver scoperto che cosa c'era dietro il loro «voglio saperne di più»: la tragica scomparsa della loro unica figlia, del loro ormai unico motivo di vita. Il padre, Giorgio, da un anno, ha lasciato la sua attività di urologo, si è messo in pensione. La madre ha sempre vissuto per crescere la sua Ilaria. Erano orgogliosi di quella figlia così allegra, così piena di vita, così brava da vincere quattro anni fa il concorso della Rai e diventare giornalista televisiva e, tre anni dopo, inviata di guerra. Erano orgogliosi e abituati. L'unica vera passione di Ilaria era il mondo arabo. Era laureata in lingue orientali, amava Il Cairo dove aveva vissuto diverso tempo e dove tornava appena possibile. Quando non era in servizio o al Cairo abitava ancora con loro in via Napoleone Colajanni 19, ma aveva da poco inaugurato anche un piccolo appartamento tutto per sé poco fuori Roma. Erano orgogliosi e, ovviamente, preoccupati. Ilaria era già sfuggita a un altro attentato proprio in Somalia. Aveva lavorato sotto le bombe in Jugoslavia. Tutti sapevano che per tirare fuori le sue storie, il suo lato umano degli scontri, lei rischiava la vita. Tanto è vero che sabato sera, non avendo notizie già da un po' di giorni, si erano messi in contatto con il Tg3. «Tutto bene, state tranquilli», avevano risposto loro i colleghi di Ilaria. Era vero, Ilaria era nel Nord del Paese, a setacciare zone senza luce né acqua e dove trovare un telefono è una scommessa, riuscire a prendere la linea, un terno a lotto. E' rientrata a Mogadiscio ieri mattina. La sua prima telefonata è stata per la redazione per annunciare l'invio di un ottimo servizio. La seconda è stata per i genitori, per tranquillizzarli, ma anche per dirsi per l'ultima volta, «ciao». Flavia Amabile

Persone citate: Luciana Alpi

Luoghi citati: Cairo, Il Cairo, Jugoslavia, Mogadiscio, Roma, Somalia