L'OPERATORE TRIESTINO di E. M.

Già sfiorata dalla morte aveva giurato: tornerò L'OPERATORE TRIESTINO Era appena uscito dall'inferno bosniaco TRIESTE. «Finalmente vado in un Paese tranquillo». Dopo aver attraversato l'inferno della Bosnia Miran Hrovatin, 45 anni, triestino (come i tre reporter morti a Mostar due mesi fa), aveva imboccato la strada per Mogadiscio con qualche preoccupazione in meno. Le ragioni per avere un pizzico di paura di meno le aveva tutte: era stato uno dei primi ad entrare nella città fantasma di Kostajnica; nel '91 aveva rischiato la pelle nella Kraijna e qualche settimana fa, in Bosnia, con un gruppo di colleghi era rimasto per una decina di ore steso in un'auto blindata in panne, sotto le pallottole. «E' il mio lavoro», diceva a chi impallidiva mentre raccontava le sue disavventure in Bosnia, nella sua casa sull'altipiano, in Salita di Contovello, a pochi chilometri dal centro città. La moglie Patrizia e il figlio Ian, di 7 anni, e con loro, i fratelli di Miran, Danilo, dipendente del centro di fisica di Trieste e Janko, dipendente dell'Università giuliana, erano abituati a vederlo sparire all'improvviso per i servizi che forniva a Rai, Fininvest e Bbc come freelance della VideoEst, la cooperativa che con altri quattro soci aveva fondato nell'89. [e. m.]

Persone citate: Miran Hrovatin

Luoghi citati: Bosnia, Mogadiscio, Trieste