In manette spedizionieri napoletani

Truffa Cee Truffa Cee In manette spedizionieri napoletani L'inchiesta sulla megatruffa ai danni della Cee da parte degli industriali torinesi Blangino registra un altro passo avanti: il gip Silvana Podda ha fatto arrestare i fratelli napoletani Marco e Valentino Zingaropoli, titolari dell'omonima società di spedizioni internazionali, una delle maggiori che operano nel porto di Napoli. Il pubblico ministero Alberto Perduca li accusa di essere stati i collettori della «mazzetta» di oltre un miliardo destinata a funzionari dei locali uffici doganali, che avrebbero dovuto controllare qualità e quantità delle spedizioni di carne dall'azienda Linea Meat dei Blangino a Paesi africani. Con i due Zingaropoli è finito in carcere anche un impiegato della dogana di Napoli. Sembra possa essere il primo di un lungo elenco. La Linea Meat, con stabilimento in provincia di Caserta, importava in esenzione d'Iva decine di migliaia di bovini dall'Europa Orientale per macellarli e venderli in Africa come filetti. E per questo ottenne 50 miliardi di contributi Cee. Ma dal porto di Napoli salpavano navi cariche di frattaglie, che in Egitto e Gabon vennero respinte al mittente. Finirono in mare, in pasto ai pesci, o ripartirono in freezer per altre destinazioni. Alla dogana di Napoli non si controllava neppure il peso dei container spediti, che era in genere il 50 per cento in meno di quello dichiarato dalla Linea Meat.

Persone citate: Alberto Perduca, Blangino, Silvana Podda, Valentino Zingaropoli

Luoghi citati: Africa, Caserta, Egitto, Europa Orientale, Gabon, Napoli