«Farò il Tour, per capire quanto valgo»
«Farò il Tour, per capire quanto valgo» «Farò il Tour, per capire quanto valgo» // vincitore: Argentin un maestro, anche come uomo SANREMO. Giorgio Furlan, il dolce accento veneto per cantarsi, non per ingentilirsi nel nome di atavica cortesia, non un congiuntivo rinunciato per paura di impantanarsi: «Non sono un corridore nuovo, sono quello di sempre, mi sono preparato come sempre, ma il ciclismo è così, ad un certo punto i piazzamenti diventano vittorie per dettagli, sfumature, e tutto cambia. Ora penso alla Liegi-Bastogne-Liegi, ho già vinto due anni fa la Freccia Vallona. E siccome ho 28 anni, faccio il Tour, devo provarlo. Sono un corridore completo, forse, però non so quanto posso valere sulle grandi salite faticate da protagonista». Lucido, onesto: «Devo molto alla squadra e specie a Bontempi e Argentin: Moreno sino al Berta ha lavorato come un gregario, Moreno mi ha dato tante lezioni come uomo. All'arrivo volevo ringraziarlo, non l'ho visto. Non ho visto neanche mia moglie, ed era lì. Non ho visto i compagni: in corsa ad un certo punto ho pensato che stessero spendendo sin troppo per me, per tenere compatto il gruppo, mentre io me ne stavo pacifico nella pancia della corsa. Ho attaccato il Poggio con calma, nella scia di Berzin. Sono andato via con regolarità. Al fondo della discesa ho speso tutto: è il momento in cui gli inseguitori si guardano in faccia e rallentano un po'». «Non sono un fenomeno. Sono un corridore onesto e attento, che sta sommando molte esperienze. L'anno scorso ho perso male il Giro di Lombardia. Non mi sento ripagato, potevo vincere là e ora sarei più importante. Comunque mi pare di avere ormai imparato cose definitive, che mi saranno utili sempre. A proposito: nel mio successo c'entra anche Ferretti, che mi guidava l'anno scorso. Ko cambiato squadra, sono andato con Bombini per avere più spazio». E ancora: «Sapevo che in volata sarei stato battuto, niente da fare contro Cipollini e Baffi. Quello che ho fatto risponde alla logica: visto che stavo bene, sarei stato folle a non tentare. Ero tra i favoriti, cercare di vincere in questi casi è una cosa anche onesta. Non penso comunque di dovermi dedicare alla classifica della Coppa del Mondo, anche se la guido». E infine: «Non c'era la televisione, andare sul podio e farmi vedere avrebbe significato la ciliegina sulla torta, ma per lo sponsor più che per me. Io non posso chiedere di più». Noi tutti davanti a lui, all'ingresso della stanza dell'antidoping, con i taccuini, come nel ciclismo dei bei tempi. Persino il gioco classico e spesso smarrito delle domande e delle risposte: ma le sue dichiarazioni sono sempre state comprensive anche dei quesiti, come di uno che spiega, non di uno che replica. Cipollini, secondo su Baffi suo compagno di squadra e nemico di volate, ha detto: «E' giusto perdere quando c'è uno che va come Furlan. Io vi giuro che sono felice del secondo posto, mai sono arrivato così vicino ad una grande vittoria, adesso sento che posso vincere anche la ParigiRoubaix». Gian Paolo Or-mezzano
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