A caccia di una rissa impossibile di Curzio Maltese

A caccia di una rissa impossibile A caccia di una rissa impossibile ON si capisce il motivo di tanti drammatici appelli ad abbassare e ingentilire i toni della campagna elettorale. In tv sembrano già molto bassi, quasi piatti. Escluse poche, isolate sparate di Berlusconi e Bertinotti, non si avvertono segnali di un «nuovo '48». Quasi tutte le trasmissioni politiche hanno anzi levato bandiera bianca di fronte all'invincibile renitenza dei candidati alla polemica. Il primo duello tv, quello tra Occhetto e Fini a Milano, Italia, ha impresso il senso a questa strana corsa alle urne. L'ex capo dei comunisti e l'ex capo dei fascisti si erano scambiati convenevoli per oltre un'ora, scoprendosi in accordo su quasi tutto, compresa l'esigenza comune di mettere una pietra sull'imbarazzante passato (un vago accenno appena da parte di Fini al massacro dei kulaki compiuto da Stalin: i ragazzi del '98 ricorderanno). Infine, si sono divisi su un unico tema: la natura (diabolica o divina) di Silvio Berlusconi. Deaglio era esterrefatto. Michele Santoro, lui non si arrende. Da anni aspetta un nuovo '48: il suo programma è manicheista fin dal titolo. Come un soldatino giapponese disperso nel Pacifico, ogni giovedì tende il suo agguato ai fantasmi di Destra e Sinistra, nella speranza di trascinarli sul campo minato delle grandi questioni. Una volta ci ha provato col Federalismo. Errore: sono tutti federalisti. L'Italia anzi è già una nazione federale - ha spiegato uno dei tanti democristiani ricandidati - soltanto ci eravamo dimenticati di dirvelo. Però a ben cercare nella Costituzione, a quel tal comma dell'articolo... La scena si è ripetuta nella puntata dedicata al Lavoro, leggi: disoccupazione. Una tragedia che affligge l'intero sistema capitalistico, mette in crisi i governi dell'Occidente e fa ammattire premi Nobel per l'economia. Agli ospiti di Santoro (di centro, destra e sinistra) è bastata invece una mezz'oretta scarsa per risolvere la faccenda. Chi offriva uno, chi due milioni di posti di lavoro. Le rimanenti due ore sono volate chiacchierando, pensa un po', del Berlu- sca. Giovedì scorso Santoro ha lanciato l'ultima granata: la solidarietà. In tutto il mondo il solidarismo distingue la Sinistra, che vi crede, dalla Destra che lo considera retorica, populismo: come ha spiegato Sergio Ricossa in un recente, sulfureo pamphlet. Ovunque è così, ma in Italia no. Perché la «Destra italiana è in realtà più solidarista della Sinistra», sosteneva Fini, mentre il solito democristiano aggiungeva dal fondo: «e il Centro più di tutti!». Senza dimenticare, notava uno dei tre radicali presenti - è ormai la quota minima per puntata - che «in Italia i Progressisti sono conservatori e la destra è fatta di veri progressisti. Come Silvio Berlusconi». Nell'ultimo II Rosso e II Nero l'ostinato Santoro spera di far litigare i candidati sul sistema fiscale. Un presentimento: fallirà. Da sempre tutti i politici si dichiarano favorevoli a diminuire le tasse. Pare che anche Nerone, durante il rogo di Roma, e Hitler nel bunker, un istante prima di spararsi alla testa, avessero annunciato di voler ridurre l'Irpef. La diatriba sarà: Berlusconi paga le tasse? Per mezzo secolo in Italia si sono votate ideologie e non programmi. Ora di ideologie ne è rimasta una: il berlusconismo. La quale, per la verità, pare piuttosto una moda. Epperò richiede un atto di fede: credere o non credere (a Berlusconi). Si pone dunque un caso assurdo. Mettiamo che a pochi e negletti cittadini, una minoranza misconosciuta perfino dai radicali, del Cavaliere non importi un fico secco. Oppure, semplicemente, che non abbiano maturato un'idea precisa sull'uomo. Il punto è: che devono fare questi disgraziati il 27 e 28 marzo? Turarsi il naso, andare al mare, cambiare canale, cioè Paese, e votare Spd o tories? Attendere con fiducia, dopo aver atteso quarantanni il crollo del muro di Berlino, che venga giù anche il muretto di Arcore? Caro Santoro, perché non ne parla, questo giovedì? Curzio Maltese

Luoghi citati: Arcore, Berlino, Italia, Milano, Roma