Arrestato il presidente di una coop

Bologna, manette per due pidiessini e un dirigente psi passato a Forza Italia Bologna, manette per due pidiessini e un dirigente psi passato a Forza Italia Arrestalo il presidente di una coop «Fondi neri» per finanziare esponenti socialisti BOLOGNA. Quattro arresti hanno rotto l'inviolabilità di Bologna. Da ieri, Tangentopoli ha messo un paletto anche nel capoluogo emiliano. Coinvolti tre personaggi di spicco: Giorgio Nelli, presidente della Edilfornaciai, un colosso cooperativo delle costruzioni con un fatturato di oltre 200 miliardi di lire, pds;l'ex segretario della Confesercenti di Bologna, Luciano Bolzonaro, anche lui pds; Silvano Nizzoli, già dirigente di punta del psi regionale e di Reggio Emilia, ora aderente a Forza Italia. Per tutti e tre l'accusa è di falso in bilancio e violazione della legge sul finanziamento pubblico ai partiti. Nelli e Bolzonaro sono agli arresti domiciliari, mentre per Nizzoli si sono aperte le porte del carcere. Il quarto arrestato è Alfonso Riguzzi, socio di Bolzonaro nell'impresa di consulenza Sogepar. Gli ordini di custodia sono stati firmati dal gip Giovanni Pilati, su richiesta dei magistrati Massimiliano Serpi, Valter Giovannini e Libero Mancuso titolare di due indagini distinte (il fallimento della Alocum, un'azienda di cui Edilfornaciai aveva acquisito il 33 % del capitale; la costruzione di un ipermercato a Castenaso, nella periferia bolognese, per la quale la Sogepar aveva presentato alla Edilfornaciai uno studio di fattibilità), ma collegate tra loro, sia per i personaggi coinvolti, sia per le irregolarità rilevate. In entrambi i casi, sono emerse sovrafatturazioni: per la quota Alucom sarebbero stati fatturati 400 milioni in più, serviti per creare un fondo nero destinato a finanziare esponenti socialisti nella campagna amministrativa del 1990; per l'ipermercato, la sovrafatturazione riguarderebbe lo studio di fattibilità, per il quale la Sogepar avrebbe preteso 460 milioni, contro un calore reale di una decina di milioni. A Nizzoli ne sarebbero andati 120 in nero. E proprio su Nizzoli si concentrano le maggiori attenzioni degli inquirenti: un'inchiesta separata è stata aperta su documenti e atti di indagine della magistratura bolognese trovati a casa sua, durante una perquisizione. Nizzoli, che è ancora presidente della Assofir, l'associazione delle finanziarie regionali, non ha mai nascosto la sua appartenenza alla massoneria: dal 1986 è iscritto alla loggia massonica «Giovine Italia» di Bologna. E tra le sue amicizie ne annovera di inquietanti: come Gianni Ciliberti, il dirigente Sismi, recentemente arrestato sulla base di tre diverse ordinanze di custodia dei magistrati di Bologna e Torino per traffico di carne. «A Conca Specchiulla abbiamo le case confinanti. Gianni ed io siamo amici», ha dichiarato Nizzoli in un'intervista alla Gazzetta di Reggio. Allo stesso quotidiano, ha raccontato di una cena con l'ex procuratore capo di Reggio Emilia, Elio Bevilacqua, anche lui massone, costretto a dimettersi in seguito al coinvolgimento del figlio nell'inchiesta sulla morte di Vittoria, l'ex collaboratore del ministro De Lorenzo, il cui corpo fu cremato troppo in fretta. Marisa Ostolani