Enimont Di Pietro chiama Visco

Al processo Cusani il senatore del pds convocato come teste sulla defiscalizzazione Al processo Cusani il senatore del pds convocato come teste sulla defiscalizzazione Enimont, Di Pietro chiama Visco In aula anche i giornalisti accusati da Santa MILANO. Si concluderà con i giornalisti accusati da Carlo Sama il processo più «comunicazionale» della storia. Tutto in diretta davanti alle telecamere; tutti su quella sedia, politici, managers e portaborse. Mercoledì sarà la volta di Giuseppe Turani, Osvaldo De Paolini e Ugo Bertone; sernprechè Sama confermi le dichiarazioni rese in procura. La decisione di sentire i giornalisti l'ha presa in modo «quasi autonomo» il tribunale. All'udienza di martedì, infatti, Antonio Di Pietro aveva accennato all'esigenza di sentire Sama e i giornalisti, nel caso il processo fosse rimasto «aperto». La richiesta non era più stata formalizzata, ma evidentemente era un'«esigenza» sentita anche dal presidente Tarantola e dalle due giudici. Dopo una breve camera di consiglio, infatti, il tribunale ha deciso che «appare necessario esaminare nuovamente Sama» per due questioni: 660 milioni che ha fatto arrivare a Pino Berlini e «l'indicazione dei destinatari della somma di un miliardo riferita nell'imputazione ai giornalisti. Su quest'ultimo problema appare necessario altersì sentire le persone indicate come beneficiarie della provvista». I loro nomi, però, non vengono indicati. «Signor pubblico ministero vuol farci sapere chi sono questi gionalisti?», chiede Tarantola. «Non c'è problema risponde Di Pietro - li terrò in linea io. Io non so che cosa dichiarerà Sama in aula; se chiamarli o meno dipende anche da quello». Mercoledì, in sostanza, si dovrebbe assistere a una delle ormai abituali scenette con Di Pietro che dice; «La persona è nel mio ufficio; se volete sentirla...». Ma le sorprese della (forse) ultima udienza prima delle discussione finale non si fermano ai giornalisti. Il tribunale ha infatti deciso di «chiudere» anche con un'altra questione: la defiscalizzazione. Per questo ha convocato il senatore del pds Vincenzo Visco, firmatario di quella proposta di legge che, secondo la testiomonianza dell'ex ministro Formica, dimostra la «non opposizione» dell'ex pei sul tema defiscalizzazioni. E, sempre sulla questione, sarà sentito anche Roberto Porcari, segretario-uomo ombra di Gardini. Rivelatesi infatti totalmente inutili le testimonianze dei piloti della flotta aerea Ferruzzi (nessuno di loro si prendeva la briga di controllare chi fossero i compagni di viaggio di Gardini), forse il solo Porcari potrà chiarire se c'è stato o meno quel famoso volo con valigetta da un miliardo. L'ultima questione decisa dal tribunale riguarda la rogatoria in Lussemburgo. I tempi si stanno rivelando lunghi, gli esiti incerti. Tarantola ha così deciso di ritenere «sufficiente che venga prodotta la documentazione, che la difesa ha di- chiarat.o di possedere, sull'apertura dei conti lussemburghesi di Cusani e sui movimenti di denaro». Su questi conti, ma sopratutto su quelli del psi, ieri ha parlato Mauro Giallombardo. Che ha avuto sussulti di memoria, premiati con gli arresti domiciliari dopo due mesi di carcere. Si è ricordato infatti di aver chiesto ad alcuni imprenditori, compreso Gianni Varasi, soldi perii psi. «Sempre su indicazione di Vincenzo Balzamo», ha comunque precisato. Si è ricordato che, ancora il defunto Balzamo, gli diede disposizione per far arrivare in Italia soldi dal conto «Hambest». E' il conto dell'avvocato arabo, dove sono transitati oltre diciotto miliardi: «L'arabo c'era davvero - dice Giallombardo - ma il conto era anche in disponibilità del psi». Infine spunta Bettino Craxi, ma Giallombardo gli resta fedele: «Da lui - dice - non ho mai avuto indicazioni di conti, nè in Lussemburgo nè altrove». Fedeltà ricambiata: Giallombardo era stato accusato da Vincenzo D'Urso, collaboratore di Balzamo, di aver ricevuto una valigia piena di documenti sull'am¬ ministrazione del psi. «Quella valigia ce l'ho io», scrive Craxi alla procura, scagionando così il suo ex collaboratore. Rapporto ormai infranto, invece, quello tra Luigi Bisignani, ex portavoce dei Ferruzzi, e lo Ior. La banca vaticana aveva fatto sapere che i 14 miliardi di Cct mancanti all'appello erano stati presi da Bisignani. «Non posso credere che lo Ior abbia scritto questo», aveva dichiarato il giornalisti. Ieri lo Ior ha rincarato la dose: «Li ha presi lui, in contanti». Susanna Marzolla Arresti domiciliari per Giallombardo «Chiesi soldi a Varasi per il psi» A sinistra Vincenzo Visco parlamentare del pds A destra Carlo Sama

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