Petrolio oro sporco i rimedi
Petrolio, oro sporco: i rimedi Petrolio, oro sporco: i rimedi ■ L fattaccio è avvenuto proI prio mentre il lavoro più 1 difficile stava per finire: lo «scalpello» era ormai a quota 5720 metri quando qualcosa nelle viscere della terra si è spezzato e un violento getto di greggio misto ad acqua, detriti, metano, idrogeno solforato ha oscurato il cielo di Trecate. Il pozzo «Trecate 24» dell'Agip è un pozzo esplorativo, o meglio «di estensione». Solo se il sondaggio avesse dato esito positivo si sarebbe passati al pozzo definitivo «di sviluppo» che sarebbe andato così ad aggiungersi agli altri 18 pozzi già in produzione dall'84 che hanno fatto della Bassa Novarese un piccolo Texas. Lo scalpello è collegato alla superficie da una serie di «aste», tubi di acciaio ad alta resistenza (in particolare alla torsione); la prima asta è a sezione quadrata e passa attraverso una piastra che ha un foro della stessa dimensione; la tavola (tavola rotary) viene fatta ruotare e a sua volta fa ruotare la prima asta quadrata, che fa ruotare le aste successive (rotonde) e lo scalpello all'estremità dell'ultima. L'intera serie delle aste è sospesa a un sistema di carrucole a sua volta sospeso alla torre di perforazione, un alto traliccio destinato a scomparire a pozzo finito. Lo scalpello è un meccanismo formato da tre rulli conici con denti di materiale estremamente duro, in genere ricoperti di uno strato di diamanti artificiali. Nelle aste cave viene iniettato ad alta pressione il cosiddetto fango, una sostanza liquida la cui densità e viscosità viene determinata in rapporto agli strati rocciosi attraversati. Il fango esce da appositi ugelli dello scalpello e svolge due funzioni: 1) spinto dalla pressione risale verso la superficie passando all'esterno delle aste formando una sorta di intonaco sulle pareti del foro (mud cake); 2) porta in superficie i detriti dello scavo, il cutting. A mano a mano che lo scalpello affonda, le pareti del foro, che potrebbero franare, vengono rivestite con tubi di acciaio (il casing) di diametro via via minore; con questa GLI ultimi dati dicono che la cometa Shoemaker-Levy sarà puntuale per il bombardamento multiplo dell'atmosfera gioviana fra il 16 e il 22 del prossimo luglio. I 21 frammenti del nucleo cometario, spaccatosi per le forze di marea di Giove e classificati con le lettere da A a W, entreranno uno dopo l'altro nell'atmosfera del pianeta a latitudini fra -43,3° e -44,2°, quindi nell'emisfero Sud, e purtroppo dalla parte opposta alla Terra. Ma Giove ruota velocemente su se stesso, con un periodo di circa 10 ore. Qundi ogni zona colpita dai 21 frammenti sarà visibile da Terra poco dopo l'impatto e questo basterà per osservare le conseguenze del bombardamento. Lo spettacolo delle esplosioni durerà circa tre ore. L'atmosfera esterna di Giove è composta essenzialmente di idrogeno ed elio, ma diventa ricca di molecole organiche in profondità, per cui ci si aspetta di rivelare i composti sia cometari sia gioviani che verranno catapultati oltre l'atmosfera di Giove da profondità fra i 100 e i 1000 chilometri. Sono previste onde sismiche della durata di ore e onde atmosferiche della durata di giorni, mentre altri fenomeni atmosferici potranno protrarsi per settimane. E' importante, quindi, programmare l'osservazione non solo nei giorni degli impatti, ma anche nel periodo seguente. Le palle di fuoco, simili a quelle delle esplosioni nucleari, spariranno nel giro di tre minuti. Osservazioni indirette da Terra potranno essere eseguite sul riflesso ottico dai satelliti gioviani, in particolare da Io. Quet'ultimo è particolarmente interessante perché lo circonda una struttura a ciambella di plasma (elettroni e ioni a circa 100.000 °K) la cui struttura e densità dovrebbero subire radicali mutamenti in seguito all'emissione di nuovo plasma e di particelle di polvere cometaria derivanti dall'esplosione. Mentre si può prevedere l'ora dell'impatto con uno scarto di pochi minuti, per ciò che riguarda le dimensioni dei frammenti e quindi dell'energia d'impatto, l'incertezza operazione, che viene ripetuta più volte, il diametro del foro si riduce, imponendo il cambio dello scalpello. Per fare questo il sistema delle aste viene sollevato tramite le carrucole. L'incidente di Trecate è avvenuto proprio subito dopo che la squadra di tecnici aveva cambiato lo scalpello e aveva ripreso la perforazione. Improvvisamente c'è stato un brusco cambiamento di pressione e mentre si stava riportando in superficie la trivella è avvenuta l'eruzione; si ritiene che il disastro sia stato provocato da una rottura del tubo, dotato di un sistema di valvole, che ha consentito alla mistura di petrolio, gas e terriccio di uscire dalla bocca del pozzo con una pressione di 200 atmosfere e un sibilo simile a quello di un jet in decollo. Ora, bloccata la fuga di greggio, chiusa la bocca del pozzo, si passerà alla bonifica. Compito improbo, perché se per l'inquinamento marino esiste una certa esperienza, per quello terrestre una metodo codificato non c'è. Non che non vi siano mai stati incidenti, ma in genere avvenivano in zone remote e disabitate e nessuno se ne preoccupava più di tanto. La prima cosa che si fa è creare delle barriere oleoassorbenti per impedire che il petrolio penetri a fondo nel terreno insieme con l'acqua; la seconda consiste nell'asportare lo strato superficiale imbevuto di greggio. Per ripulire il terreno esistono vari metodi. Un sistema consiste nel lavaggio del suolo; un altro, più sofisticato e adatto a piccole aree, prevede l'estrazione sotto vuoto: abbassando la pressione l'inquinante viene volatilizzato, aspirato raccolto. Il terreno può anche essere trattato biologicamente, utilizzando batteri capaci di degradare gli idrocarburi, come si fa già in mare, ma si tratta di un processo molto lungo. I ricercatori canadesi del Centro oceanografico di Rimouski, nel Quebec, osservando come sia difficile togliere la patina di greggio dai sassi delle spiagge specie quando la temperatura è molto bassa, hanno studiato un prodotto capace di diminuire l'aderenza; sono così riusciti a mettere a punto un polimero, un liquido bianco che polimerizza rapidamente inglobando le particelle di petrolio in sospensione nell'acqua; si forma così una sorta di gel grigiastro che scivola via facilmente dagli oggetti impiastricciati. Vittorio Ravizza
Persone citate: Shoemaker, Vittorio Ravizza
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