L'INDICE SCEGLIE LA NICCHIA DELLO STILE di Lidia Ravera
L'INDICE SCEGLIE LA NICCHIA DELLO STILE L'INDICE SCEGLIE LA NICCHIA DELLO STILE La rivista festeggia i dieci anni denza, come Alfabeta, a quelle di informazione divulgativa, come Millelibri o Wimbledon. Dunque, nessuna autocritica? Come rispondere alle sollecitazioni di Alfonso Berardinelli sulTtfoitò: «La miglior critica è frutto di forti amicizie e inimicizie... la competenza e l'equanimità spesso producono una vaga ostilità vestita da cortese indifferenza»? E' proprio tutto da confermare quel decalogo del recensore scritto per il primo Indice: affidarsi solo a competenti, non occuparsi dei libri di amici e collaboratori, rifuggire dalla conclamata stroncatura? Cesare Cases, direttore principe, non s'impunta «qualcosa cambierei» - ma lascia intendere che quelle regole sono ancora la miglior difesa contro l'incesto, il dilagare delle recensioni in famiglia, e lo sciacallaggio, «il nutrirsi di cadaveri». Lui, che ha fama di novello Kraus, oppone la fiaccola dello stile alla moda della rissa: «Le LETTERA // conflitto tra accademia e giornalismo i fondatori Cases e Migone replicano a chi muove accuse di noia e snobismo stroncature sono rare perché difficili, non vanno confuse con lo sberleffo pettegolo, debbono costituire un apporto positivo al confronto, mettere in campo un'altra idea». Nessun timore nemmeno di apparire seriosamente anodini, insomma di annoiare? Risponde Cases: «Non capisco perché i giornali debbano abdicare alla tv; se mi perdo una puntata delle schermaglie tra un'albaparietti e nonsoqualaltra, non mi oriento più; quando poi si tratta la letteratura come la corte inglese, allora vien da pensare che la nostra bistrattata noia coincida semplicemente con la serietà». Incalza il condirettore, il medievalista Giuseppe Sergi: «La nuova noia è proprio la cultura delle polemicuzze e delle ricorrenze, sempre le stesse, la cultura ripetitiva del calendario e del palinsesto. Perciò oso dire che un certo tasso di snobismo va vellicato, la nostra nicchia va gratificata». mo mo Fino a che punto condivide questa ostinata coerenza, il cofondatore Gian Giacomo Migone? In una pausa della campagna elettorale (in lizza come senatore dei Progressisti) liquida chi va in cerca di zizzania con una battuta: «Mai pensato che Cases potesse essere la nostra Tùia Brown», la signora che ha volgarizzato il New Yorker. «Il nostro progetto - spiega - era e resta una "utopia comunicativa": la cultura italiana è ricca e potenzialmente importante a livello internazionale ma indebolita dalla scarsa comunicazione sia tra gli addetti ai lavori, sia tra gli specialisti e il pubblico colto. Tra cultura universitaria e giornalismo vige un complesso di reciproca diffidenza e di inferiorità. Come tra Atene e Roma, tra inglesi e americani: gli uni hanno il sapere, la tradizione, gli altri i capitali e le armi. Per qualche mio collega giornalista sa di insulto. D'altra parte i giornali, proprio come i partiti, Fatti e persone IN AEREO CON IL GIRO DEL MONDO DI COCTEAU Terza edizione di Biblioteca di bordo-Un libro al volo, l'iniziativa varata da Edizioni Olivares l'anno scorso. Fino al 21 marzo, ai passeggeri in partenza da Milano Linate e Malpensa e dallo scalo Guglielmo Marconi di Bologna verrà offerto II mio primo viaggio di Jean Cocteau (diaro del giro intorno al mondo che lo scrittore compì nel 1936, seguendo la rotta di Jules Verne). Il libro, realizzato con la collaborazione di Saima Avandero, sarà in vendita dal 21 marzo al prezzo di cruinaicirnila lire. Omaggio ajorge Amado ROMA. La rivista «Quaderni Ibero-Americani» (Bulzoni editore) festeggia lo scrittore brasiliano Jorge Amado dedicandogli un numero speciale (tra le sue opere: Il paese del carnevale e Gabriella, garofano e cannella). Inaugura il fascicolo un medito di Amado, «Centenario do Mestre», seguito da un saggio di Antonio Olinto. Tante cose da nottambuli CASCINA DI PISA. Musica, cucina, parole, video, danze, visioni, gioielli, ipertesti: sono gli «ingredienti» degli appuntamenti «fuori schema» al teatro Politeama. Questa sera incontro su «La scena del virtuale» (con Carlo Infante e Lorenzo Miglioli). Domani: «Il popolo alto dei giovani», due concerti e un incontro con Claudio Lolli, Claudio Piersanti, Enrico Palanchi e Lidia Ravera. Un racconto sportivo
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