NEL REGNO DI SGORLON di Giovanni Tesio
NEL REGNO DI SGORLON NEL REGNO DI SGORLON La terra più forte della politica UNA ventina di titoli all'attivo, Carlo Sgorlon continua a disegnare la sua mappa dei valori terrigeni e degli dei anteriori. Il suo ultimo romanzo, Il regno dell'uomo, appena pubblicato da Mondadori, parla di un ritorno che risponde al destino che chiama. Basilio Arvenis, figlio di un ex muratore friulano che ha lavorato a lungo a Praga dove ha preso moglie, e di una madre memoriosa dalla ramificata parentela russa e romena, per un po' studia lingue a Milano, dove ha vinto una borsa di studio, ma poi ritorna all'improvviso al suo paese di Torralta. Non lo possono trattenere né un sessantotto che sta fiottando dal cuore del Movimento studentesco, né l'amico Sandro Piromalli, che è sempre al centro di qualche bollore. Lorenzo Mondo Mario Baudino In volo per affari Rizzoli pp. 139. L. 26.000 dino e dai suoi modelli millenari, lui vuole immergersene fino in fondo; lei taglia ponti, lui li costruisce; lei insegue ciò che è moderno, lui ha un cuore antico; lei vuole scrollarsi di dosso i segni della sua etnia, lui li coltiva. Cosicché Patrizia va incontro al suo dèmone, mentre Basilio va incontro al suo angelo con la pazienza solida e buona di un eroe tolstojano. Sgorlon più che rappresentare descrive, più che sviluppare enuncia, avvolgendo i suoi personaggi in una bava di splendore umano accattivante e monocorde. Li dispone su un nastro lungo cui snoda un pezzo di storia recente, dal Sessantotto a Cernobyl, alla fine di Ceausescu. In questo romanzo Basilio è tutto, ma vi sono anche altre figure: Sandro Piromalli, l'amico; Olga, la madre; Giovanna, la «moglie» imprevedibile e trovata; e ancora l'editore Felice Michele Schattendorf che ha qualche granulo del Feltrinelli più vulgato oppure il nichilista Trajan che ha i remoti tratti di un Cioran inselvatichito e saturnino, affiliato, come scrisse una volta Ceronetti, alla banda gnostica. Ma ovviamente ogni riferimento con personaggi esistenti e esistiti è puramente casuale. Tra boschi e favole Con Basilio Sgorlon va in cerca della Grande Madre, dei boschi di betulle e delle babà jaghe, mirando ad un mondo lontano dai moderni storicismi e dalle eterne menzogne della maschera e dell'ironia, dalla «spirocheta» dell'intellettualismo. Nelle storie bizzarre e fantasiose di Basilio, Sgorlon ritrova le lievi risonanze del mito e della saga, della favola e della magia. Fedele a una vena che ha ben fruttato fin dal principio, continua a ripetere in modi collaudati che il regno dell'uomo è un'antica speranza. Giovanni Tesio
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