«Infermiere» a luci rosse in ospedale

Vercelli, primario allontana le assistenti notturne esterne: si sospettano orge e festini Vercelli, primario allontana le assistenti notturne esterne: si sospettano orge e festini «Infermiere» a luci rosse in ospedale La Procura della Repubblica ha aperto un 'inchiesta anche sul mercato nero delle «ore» a pagamento ERANO arrivati tardi, quella sera, in mezzo alla neve, in quel nido di aquile che era ed è Fontana Bianca di Santa Gertrude, 1870 metri, in cima a quella valle dal nome emblematico e reale, Val d'Ultimo. Giancarlo Godio aveva messo a tavola gli amici che era mezzanotte. Poi, alla (ine di un pranzo come al solito, da re, con i suoi piatti fatti con tanto amore, aveva accompagnato fuori gli ospiti, verso quel gabbiottono di cemento che offriva il riposo di alcune camere semplici e accoglienti. Lo VERCELLI. Notti erotiche in corsia? A Vercelli non si parla d'altro, dopo la decisione del primario di geriatria, Paolo Tagliabue, di proibire l'ingresso delle assistenti esterne «mercenarie» nella sua divisione. Pare che il primario abbia ricevuto alcune segnalazioni attendibili secondo cui alcune di quelle donne, anziché badare ai malati, organizzavano festini a luci rosse. «Stia attento, dottore - c'era scritto in una lettera anonima - perché da lei si fanno le orge». Tagliabue si è informato e ha chiuso il suo reparto alle infermiere «esterne». Orge in geriatria? Il primario è in ferie ed il suo «vice» non si sbilancia: «Dovete chiedere a lui», Sesso in corsia, tra modici e infermiere? Un classico da rivista porno-soft o cinema di serie B, leggenda metropolitana, l'ennesima offesa ai degenti? Di certo, come ricorda il sessuologo e neuropsichiatra Alessandro Meluzzi, «l'ospedale è il luogo del corpo per eccellenza, e simbolico di tutte le pulsioni umane. Ma se fosse vero che a Vercelli si sono verificati episodi di questo tipo, sempre più rari ormai perché appartengono a un immaginario datato anni Cinquanta e Sessanta, ci sarebbe quasi da rallegrarsi. Fossero tutte qui, le cose che accadono negli ospedali...». E, infatti, il procuratore della Repubblica, Luciano Scalia, che ieri ha chiesto alla sua squadra di polizia giudiziaria di svolgere un'inchiesta che, per ora, è a livello «ricognitivo», in tutti i reparti dell'ospedale, più che alle porno-notti sembra interessato alle altre voci che parlano di un mercato nero dell'assistenza a pagamento, gestito da alcune «caporalesse». In pratica, se un degente dev'essere seguito in continuazione, giorno e notte, i familiari vengono avvicinati da queste vere e proprio manager che fissano turni e tariffe delle cosiddetti: «badanti», trattenendosi una percentuale. A 120 mila lire per notte, per ciascun malato, il giro d'affari in nero è stato calcolato sui 4 miliardi. Ecco perchè Scalia vuole andare a l'ondo e, se davvero dovesse emergere del marcio, non sarà facile placare la furia del pm vercellese, particolarmente sonsihilu a questo tipo di crociate contro i soprusi agli indifesi: fu proprio lui a far condannare a dieci anni, in primo grado, Mamma Ebe. Per ora, comunque, siamo a livello di voci, di lettere anonime e di sospetti. Dice il direttore sanitario, Artemio Brasa: «Nel nostro ospedale c'è, da tempo, il problema dell'assistenza esterna mercenaria, ma di eros a pagamento nessuno mi aveva parlato». Anche il presidente del Tribunale del Malato, Pierantonio Rigolino ha raccolto molte voci. Dice: «Io personalmente ricevo molte telefonate al giorno, tutte anonime. E mi risulta che il giro di vite dato dal dottor Tagliabue all'interno del suo reparto sia stato causato da segnalazioni dello stesso tenore». Se, per il momento, sembra davvero impossibile saperne di più, i fatti, anche del recente passato, parlano di molti tentativi andati a vuoto per combattere la piaga delle assistenze «mercenarie» al «Sant'Andrea». Dua anni fa, il commissario dell'Usi Gianfranco Sarasso, recentemente scomparso, cercò di regolamentare le notti a pagamento. Si rivolse a due cooperative vercellesi e chiese loro di organizzare l'assistenza. Ma il progetto-Sarasso aveva un difetto di fondo, irrimediabile: un tipo di servizio del genere, non in nero e con tutte le operatrici in regola con il brevetto sanitario e l'assicurazione, costava troppo: ventimila lire all'ora contro le 12-15 mila delle «abusive». Così, alla fine del '92, Sarasso chiamò i giornali e parlò, con amarezza di «operazione fallita», aggiungendo: «Sono stato sabotato in tutti i modi perchè evidentemente, a qualcuno sta bene che si prosegua con l'evasione fiscale e l'incompetenza». Sarasso non disse mai chi era quel «qualcuno» cui alludeva. Ma parlò di caposala che fingevano di non sapere dell'esistenza delle Cooperative per suggerire alle famiglie di rivolgersi alle «abusive». Fatto sta che le Cooperative lasciarono il campo alle mercenarie in nero e che l'andazzo continua. E così, dopo il caso dei due infermieri che si «addormentarono» in Urologia, SPAGNOLI 68% FRANCESI 67% INGLESI • 62% MEDIA EUROPEA 7]% Nella foto a sinistra Angela Cavagna l'infermiera di «Striscia la notizia» le esperienze più piacevoli dell'81 per cento del campione, seguito dal guardare la televisione (80). Gli italiani risultano meno golosi: il 42 per cento mangia cioccolato, contro il 50 della media europea. Parità su due vizi: l'alcol (50) e il fumo (31). Gli esperti che hanno illustrato la ricerca ieri a Roma al Cnr hanno dato anche un'interpretazione dei dati. In sintesi: i vizi aiutano a vivere meglio, basta non esagerare. Vino, caffè, cioccolato non solo gratificano la vita, ma probabilmente la allungano. «La felicità è elemento di predizione negativo nei confronti della mortalità - ha spiegato il professor David D. Warburton, coordinatore di Arise -. Il piacere favorisce la salute aumentando la competenza immunitaria e quindi la resistenza alle malattie». Secondo Warburton esiste una spiegazione scientifica: «L'influenza positiva dei piaceri su vigore, speranza e felicità determina una diminuzione degli ormoni corticoidi. Aumentano invece le difese dell'organismo in contrasto con la depressione, che agisce con un aumento della produzione degli ormoni da stress con conseguente possibilità di malattie di cuore, ulcera, tumori ed infezioni». Ma non tutti gli scienziati sono d'accordo, in particolare Ennio Garaci, presidente del Cnr: «Non mi sento di vedere nell'alcol e nel fumo elementi di piacere», [s. man.)

Luoghi citati: Roma, Vercelli