Formica renda 337 milioni
Formica renda337 milioni Formica renda337 milioni ROMA. La Corte dei conti ha condannato l'ex ministro delle Finanze Rino Formica a risarcire allo Stato 337 milioni, cioè il danno erariale provocato con la concessione di appartamenti demaniali a canoni inferiori a quelli di mercato. La sentenza dei magistrati contabili conclude un'inchiesta avviata nella primavera del 1992 per verificare se fossero state commesse irregolarità nell'uri lizzo di Palazzo Blumenstihl. Formica ha già annunciato il ricorso in appello. Destinato originariamente a sede di uffici pubblici, l'edificio era invece stato diviso in appartamenti: tra gli assegnatari (alcuni dei quali hanno poi rinunciato appena esplose le polemiche) figuravano il capo della Procura romana Ugo Giudiceandrea e numerosi esponenti politici tra cui Francesco Colucci, Salvo Andò e Silvano Labriola. [Ansa] Francesco Saverio Borrelli non è del tutto praticabile», anticipa Borrelli. E poi spiega: «Può darsi che allora noi abbiamo atteso per compiere determinati atti, ma eravamo in una indagine allo stato del tutto embrionale in cui le incertezze erano numerosissime e le stesse chiamate in correità necessitavano di tutto un completamento, di tutto un accertamento di fatti di contorno e di scenario che allora non possedevamo». Non solo delle ripercussioni politiche sulle indagini antitangenti ha parlato il capo del pool di magistrati milanesi. Ad esempio gli è stato chiesto il motivo di certi provvedimenti, ritenuti da alcuni ascoltatori «atti a sorpresa». Esclude Borrelli: «Quando le carte saranno mostrate, forse ci si renderà conto che la necessità c'era e che sarebbe una buona norma di educazione civica quella di abituarsi a leggere gli atti e i comportamenti della pubblica amministrazione e della magistratura in particolare per quelli che oggettivamente sono, per quello che oggettivamente si presentano». Continua la sua analisi il procuratore capo: «Scavare nell'entroterra culturale o filologico significa voler fare un po' la psicanalisi del provvedimento, la psicanalisi della motivazione della sentenza per sostenere che le parole dicono una cosa, ma in realtà sotto l'intenzione è un'altra. Tutto questo non mi sembra civile». [r. m.] Aggiunge il procuratore capo: «Anche soltanto ritardare degli atti per i quali i tempi, dal punto di vista strettamente giudiziario, sono maturi, già questa potrebbe essere una scelta che, gradita da una parte politica, sarebbe sgradita a un'altra. E domani potrebbe costituire un grave capo di incolpazione». Borrelli, interrogato da alcuni ascoltatori, ha poi risposto ad alcune domande su altre elezioni, quelle del 5 aprile '92. Da più parti è stato sostenuto che quella tornata elettorale, avvenuta alla preistoria di Tangentopoli, ha fornito un aiuto determinante ai magistrati milanesi. E' così? «Il raffronto con quelle elezioni
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