Innamorarsi di Eva Robin's di Simonetta Robiony

La nuova commedia di Alessandro Benvenuti, ex Giancattivi La nuova commedia di Alessandro Benvenuti, ex Giancattivi Innamorarsi di Eva Robin's Si gira «Belle al bar» ROMA. E' possibile che un uomo normale, sopra la trentina, con un lavoro suo e una vita sentimentale scombussolata ma piena, si innamori di un transessuale dichiarato e per di più già frequentato quando ancora era maschio? Sì, naturalmente. Sì, se si tratta di una commedia cinematografica, se il maschio in questione è l'attore Alessandro Benvenuti, se il transessuale è la bellissima Eva Robin's, creatura certamente iscritta all'anagrafe come appartenente al sesso maschile, ma femminilissima non solo negli attributi esterni, quanto nei gesti, nei sorrisi, e soprattutto nello sguardo traverso e malizioso. Ai primi di maggio, dunque, Alessandro Benvenuti, ex del trio i Giancattivi (formato con Francesco Nuti e Athina Cenci), quello di «Benvenuti in casa Gori» ma anche di «Zitti e Mosca», comincia a girare «Belle al bar», storia di due cugini separati dalle circostanze della vita che si ritrovano, anni dopo, ormai adulti, a convivere nella stessa casa, uno ancora uomo e l'altro ormai donna. Allora che succede? «Succede che quello che si credeva normale si ritrova con nuovi problemi che gli scorticano l'anima, mentre quello che viene considerato anormale prende la cosa con allegria senza disarmare di fronte a niente». Pensata come una commedia psicologica un po' folle, prima che i transessuali diventassero di moda, scritto e proposto ai Cecchi Gori prima ancora che «La moglie del soldato» aprisse il dibattito sugli equivoci della transessualità, «Belle al bar» ha vissuto un lungo periodo di attesa, sospeso tra la possibilità di diventare un film e quella di essere accantonato per sempre. «E' quando Vittorio Cecchi Gori mi ha liberato dall'obbligo di farlo con lui - racconta Alessandro Benvenuti - che il progetto finalmente è diventato una cosa concreta. D'altra parte lui alla storia non credeva, io ci credevo molto: non restava che separarci». Ma la spinta definitiva e indispensabile perché «Belle al bar» avesse sullo schermo una sua credibilità, è stata per Alessandro Benvenuti la scoperta personale di Eva Robin's, il più famoso transessuale d'Italia, protagonista, tra l'altro, di un infelice programma tv intitolato «Primamadonna», provocatorio solo nel titolo, nonostante le intenzioni di Carlo Freccerò e la buona volontà di Gianni Boncompagni. «L'ho vista, Eva, al festival teatrale di Santarcangelo di Romagna che recitava in "La voce umana" di Cocteau - racconta e l'ho trovata straordinaria: brava, bella, sensuale. Posso dirlo? Al di sopra di ogni sospetto, per me e per il pubblico. E di questo avevo bisogno perché la mia storia avesse una sua credibilità». Mai pensato di interpretarlo lei il ruolo del transessuale? «Con i miei pelacci e il mio metro e novanta? Per carità, sarebbe stato un altro film. Deve essere una vicenda di coppia credibile, la mia, nella quale la gente può perfino riconoscersi. Altrimenti dove sarebbe il tarlo del dubbio?». Ma c'è anche un'altra coppia nella vita professionale di Alessandro Benvenuti, una coppia esclusivamente teatrale e assolutamente maschile, che però un domani, se qualcuno ne avesse voglia, potrebbe anche diventare un film, visto l'illustre precedente di «I collezionisti» con Lawrence Olivier e Michael Caine, e il recentissimo successo di «A cena con il diavolo», dialogo a due voci, e basta, tra Talleyrand e Fouché, all'indomani del Congresso di Vienna. All'Elfo di Milano, domani, debutta con Gianni Pellegrino in «Due gocce d'acqua», una commedia che ha già portato in giro nelle passate stagioni. Questa volta l'ha ripresa, producendosela da solo. In scena due macchinisti di teatro, uno nel Nord e uno del Sud, alle prese con il montaggio delle scene di un «Aspet¬ tando Godot», versione polacca. Si parte come se fosse una commedia di caratteri, con il nordico burbero e di poche parole e il meridionale attaccabottoni e ciarliero, ma si finisce con un giallo psicologico che fruga nel passato di entrambi, fino a scoprire, per tutti e due, un identico trauma mai superato. «C'è un colpo di scena, nella trama, che potrebbe diventare cinematografico. Anche se il testo è nato proprio per me e per Pellegrini, senza nessun altro pensiero che farne un atto unico. E' adesso, recitandolo, che mi sono accorto come sia efficace il bel ribaltone del finale, buono perfino a sostenere un film». Chissà. Potrebbe essere questa la storia con la quale far contento Cecchi Gori e sostituire «Belle al bar», ceduto nel frattempo a Leopardi e a Laudadio, con l'americana Uip ad occuparsi della distribuzione. Simonetta Robiony Sul cambiamento di sesso si può anche sorridere Nella foto grande a sinistra Eva Robin's Qui sopra Alessandro Benvenuti

Luoghi citati: Italia, Milano, Mosca, Roma, Santarcangelo Di Romagna, Vienna