Hillary: abbiamo fatto molti errori

Giallo alla Casa Bianca su un possibile ruolo di Clinton nel caso Foster Giallo alla Casa Bianca su un possibile ruolo di Clinton nel caso Foster Hillary: abbiamo fatto molti errori La First Lady rompe il silenzio sul Whitewater WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Lloyd Cutlor, il nuovo consigliere giuridico della Casa Bianca, ha prima ammesso e poi smentito ieri che il procuratore speciale per il caso Whitewater, Robert Fiske, sta investigando «accuse riguardanti un possibile coinvolgimento di Bill Clinton nel suicidio di Vincent Foster». Poi, in un successivo colloquio con l'agenzia «Reuter» ha sostenuto che la sua frase era stata male interpretata. E' stata la giornata delle ammissioni oblique. Cedendo anche alla pressione dei suoi sostenitori, Hillary Clinton, con due parallele interviste a «Time» e «Newsweek», ha ammesso di aver compiuto molti «passi falsi» e «errori» nell'intera vicenda. Non è ancora quella spiegazione completa e convincente che molti democratici vorrebbero la «first lady» offrisse, ma è qualcosa di più dello sdegnoso silenzio mantenuto finora. E Hillary, con un giro frase molto involuta, ha fatto un'altra grave ammissione, più grave. «Chiaramente - ha iniziato Hillary - ci sono stati molti passi falsi lungo il cammino. Sono la prima a ammetterlo e ovviamente vorrei non fosse stato così, perchè di conseguenza questa storia si è gonfiata oltre le legittime proporzioni». E poi la frase tormentata che non mancherà di attirare molta attenzione: «Non avremmo mai dovuto fare quell'investimento...l'altro grosso errore che ho fatto è stato non tenere nella giusta considerazione il modo in cui la gente vede queste cose, dal momento che sapevo come dovessimo onorare i nostri obblighi, come pagare le tasse di proprietà e altre cose, in modo da essere il più attenti possibile. Ebbene sì, abbiamo fatto un mucchio di errori». Obblighi, tasse. E' stato un errore non «onorarli». Hillary sembra annunciare qualcosa. Si sa già che il defunto Vincent Foster, che ne aveva l'incarico, non pagò le tasse per conto della Whitewater per tre anni di fila. E' improbabile che i Clinton non sapessero, tuttavia si tratta di una storia vecchia e, a quanto se ne sa, all'interno della Casa Bianca da tempo molti consigliano il presidente di fare un gesto riparatore spontaneo, presentandosi al fisco con un assegno: «Tanti anni fa ho commesso un errore. Scusate tanto, ecco i soldi». Hillary sembra anticipare nei prossimi giorni un gesto che tempo fa sabebbe stato più efficace. Ma l'accenno fatto ieri da Cutler allude a qualcosa di più grave di qualche attempato «peccadillo» tributario. Molti si chiedono da tempo quando si deciderà il procuratore speciale Fiske a convocare Clinton come testimone in relazione alla morte di Foster. E' noto che il presidente è stato una delle ultime persone a avere una lunga conversazione con Foster prima della sua morte, venti minuti al telefono la sera della vigilia. Se Foster si è ucciso perchè depresso, quella conversazione potrebbe fornire qualche elemento utile a provarlo. Tuttavia Cutler, ieri, non ha parlato (poi correggendo il tiro) di Clinton come possibile testimone, ma come possibile «accusato» in relazione alla morte di Foster. Questo non significa che le accuse siano state formulate, tanto meno che siano state provate. Non si sa neppure di quali accuse di ipotizzi. Ci sono sospetti vasti ma non provati che i servizi della Casa Bianca abbiano manipolato la scena del «suicidio» di Foster. Ma l'ipotesi più probabile è che le accuse riguardino i goffi tentativi fatti dalla Casa Bianca per sottrarre agli inquirenti casse di documenti di Foster e altre prove, come la famosa nota spezzettata che anticipava delle possibili dimissioni. E' stato uno degli episodi che, disgraziatamente per Clinton, ha consentito di coniugare al presente una vicenda lontana nel passato. La parola-chiave è «cover-up», tentativi di copertura, di deviazione, di ostruzione alla legge. Il problema non è più costituito dalle irregolarità commesse dal governatore Clinton con la speculazione Whitewater, ma di quelle commesse dal presidente Clinton per coprire le prime. I sondaggi continuano a segnalare severamente che il messaggio è stato recepito dal pubblico. I due più freschi, di «Newsweek» e «Time», indicano rispettivamenter che il 52% e il 51% degli americani giudicano i Clinton colpevoli di «cover up». Paolo Passarmi La First Lady in un'intervista «Non avremmo dovuto fare quell'investimento» Hillary Clinton è nell'occhio del ciclone: ha ammesso di aver sbagliato ma non ha chiesto scusa (FOTO PUBLIFOTO]

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