Berlusconi sono il più a rischio

Il leader di Forza Italia teme per la sua incolumità: «Mi minacciano perché dò fastidio» Il leader di Forza Italia teme per la sua incolumità: «Mi minacciano perché dò fastidio» Berlusconi: sono il più a rischio «Il Ministro dell'Interno mi ha offerto protezione Lo ringrazio, ma ho già la mia scorta privata» IL CAVALIERE MINACCIATO SASSAGO TAVOLTA Silvio Berlusconi conferma per bene: «Oggi io sono la persona più a rischio in Italia. Il ministero degli Interni mi ha offerto un ombrello totale, ma io per il momento preferisco utilizzare la mia scorta, il personale che lavora per me da molti anni. E' ovvio che nei casi di manifestazioni pubbliche come questa, la polizia offra la sua tutela. E di questo li ringrazio». E' appena finita la convention di Forza Italia, qui al Forum di Assago, Berlusconi sta per sparire dentro alla Thema che lo porterà all'elicottero. Ieri aveva già confermato l'allarme lanciato da Marco Palmella, ma oggi aggiunge di più: «C'è stata questa intercettazione telefonica due settimane fa a Milano, che la polizia ritiene attendibile». E' stato avvertito dal ministero degli Interni? «In via riservata». Come se le spiega le minacce? «E' ovvio: perché sono sceso in campo». E questo può dare fastidio a qualcuno? «Lei cosa ne pensa? Siamo diventati un movimento di massa in pochissime settimane...». Vuol dire che Forza Italia ha scompaginato gli equilibri di potere? «Scompaginato? Sì direi che è il minimo...». Un sorriso e via, sono le 13,30, il Forum si è già svuotato. Due ore prima era comparso sul palcoscenico blu per la messa cantata della sua quarta convention, la prima a Milano. E due ore fa c'era un bel pieno di applausi. Altro che collegio Roma 1. E' qui, tra 9100 lombardi (fonte degli organizzatori) che Silvio Berlusconi si sente a casa, pesce nella corrente, tra ovazioni multiple, trombe da stadio, e incitamenti da curva. Qui, tra tifosi del Milan (che a San Siro esporranno lo striscione «Toghe rosse giù le mani dal Milan»), ex leghisti, artigiani di Malnate, commercianti di Busto Arsizio, mobilieri di Gantù, impiegatini del Gratosoglio. Berlusca parla per due ore, ripassa il programma, manda a dire agli incerti che voteranno («o vorrebbero votare») per il centro di Martinazzoli e Segni, che quelli sono voti perduti, anzi «regalati alla sinistra», anzi «di sinistra». Spedisce parole di pace alla Lega di Bossi: «Sono loro ad aver iniziato la rivoluzione», anche se più tardi, nel retropalco, sapute le ultime gentilezze del samurai di Gemonio, dirà: «E' un po' di tempo che Bossi dice tutto e il contrario di tutto. Finirà per perdere credibilità». E poi: «Mi auguro che cambi registro, torni a considerare le ragioni dell'alleanza». Sul palco si gode gli applausi. Chiama Gianni Pilo per una spolverata ai sondaggi che ormai scalano il 37 per cento. A fine numeri dice: «Grazie Gianni, apporta¬ tore di buone novelle». E poi lo gela: «Ma ci dobbiamo credere? Io mi accontenterei anche del 27 per cento». Poi presenta la truppa dei candidati. Li fa schierare sotto ai riflettori: «Allora sono belli?». E il Forum in coro: «Siiì!». Li fa persino parlare. Vittorio Dotti, l'avvocato del gruppo, candidato senatore, si attorciglia: «Forza Italia non solo e un marchio stupendo, ma è anche un marchio di forza». Ombretta Fumagalli Carulli si rallegra del calendario: «Sono fiera di essere qua in questo 13 marzo, primo giorno di primavera». Marco Taradash arriva a dire: «Palmella e Berlusconi sono due uomini che hanno sfidato le cor- renti». La signorina Valentina Aprea si lamenta: «Sono candidata a Rozzano, il collegio più rosso della Lombardia». E chiude la sfilata un surreale Lombardo-Cerri, leghista della prima ora, che fa: «Mi hanno fatto minacce di morte anche a me. Importa no. E' da 12 anni che ho messo a disposizione la mia vita per la rivoluzione. Evviva». L'assemblea applaude tutto. Anche se il Dottore è più scarico delle altre volte, una bottarella al pds, un elogio al liberismo, un retromarcia sui giudici che indagano su Publitalia: «Non ho mai parlato di complotto». Preciserà: «Vedrete che la verità salterà fuori. Vedrete. Noi siamo puliti, i nostri bilanci sono puliti». Mancano 13 giorni alle urne e oggi inizia la penultima settimana di passione. Berlusconi è pronto a tornare a Roma per il nuovo tour tv, per il nuovo pellegrinaggio nel collegio che è più duro, più freddo, più incerto di questo accogliente catino lombardo. Pino Corrias li leader di Forza Italia Silvio Berlusconi