«Il Sisde pagò altri trenta politici» di Maria Corbi

Il legale di Broccoletti ha intenzione di chiamarli a testimoniare al processo Il legale di Broccoletti ha intenzione di chiamarli a testimoniare al processo «Il Sisde pagò altri trenta politici» L'avvocato: «Contributi anche all'opposizione» ROMA. Nino Marazzita, difensore dell'ex direttore amministrativo del Sisde Maurizio Broccoletti, parte all'attacco. Spara a zero contro la Procura di Roma e contro il mondo politico che è entrato nelle indagini ma non sarà presente sul banco degli imputati. Lui, l'avvocato, non ci sta. E allora farà di tutto per fare entrare in aula, insieme con gli 007 accusati di associazione a delinquere e peculato, la nomenclatura dei partiti. Secondo Marazzita, infatti, sarebbero almeno trenta i politici - appartenenti a tutte le forze parlamentari escluso il movimento sociale - che sarebbero stati stipendiati dal Sisde. Nomi eccellenti, ex deputati ed ex senatori, che fino ad oggi non sono mai comparsi nelle carte raccolte dai magistrati che hanno indagato sui fondi del servizio segreto. «Nessuno di loro comunque, assicura Marazzita, è candidato alle prossime elezioni». Ma l'identità di questi nuovi protagonisti dell'inchiesta ò ancora top secret. Il sipario sul mistero verrà sollevato tra pochi giorni perché Marazzita ha intenzione di convocare tutto il «gruppo» a testimoniare il 26 marzo, data di inizio del dibattimento. E una settimana prima la lista dei testimoni dovrà essere depositata in tribunale. Diventano così un centinaio i testi di cui Marazzita ha chiesto la citazione. Tra loro anche il presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, il ministro dell'Interno Nicola Mancino, i suoi predecessori al Viminale Vincenzo Scotti ed Antonio Gava, il capo della polizia Vincenzo Parisi. Nino Marazzita è ben deciso a non mollare: «Impedirò che il mio cliente sia il capro espiatorio di un sistema corrotto. Voglio sapere tutto. La presenza in aula di queste trenta persone aiuterà a fare chiarezza. La responsabilità di Broccoletti deve essere valutata all'interno dei comportamenti di tutti i responsabili dei servizi, e quindi anche dei politici». Sulla clamorosa lista di parlamentari annunciata dal difensore di Broccoletti la Procura di Roma tace. «E' una carta della difesa che non conosciamo», dicono. Ma il 26 aprile all'inizio del processo contro i «ragionieri 007» si parlerà anche del cosiddetto «fondo di assestamento». Quel terzo «accantonamento» finanziario segretissimo, su cui ha fatto luce l'ex cassiere del Sisde Ugo Timpano, che in tre anni ha visto entrare e subito uscire in direzioni poco chiare - forse anche nelle casse dei partiti di governo - ben 105 miliardi. Soldi di cui non doveva restare traccia in nessun documento uscito dalla ragioneria generale del Tesoro e consegnati da Timpano a Riccardo Malpica, l'ex direttore del Sisde. Proprio su questo aspetto dell'inchiesta, a suo dire incompleta, Marazzita incalza la procura di Roma. «Hanno dovuto arrestare Timpano, un cassiere in pensione, per sapere di questi soldi. Ma prima i magistrati hanno ascoltato tre ex ministri degli Interni senza che nessuno di questi gli raccontasse del fondo. Questo dà la misura di come sta facendo le indagini la Procura di Roma che usa le maniere forti con i deboli e deboli con i forti». Un'allusione alla situazione di Broccoletti che rimane ancora in cella. Il giudice Terranova non avrebbe accolto la richiesta di revoca degli arresti perché secondo il magistrato esisterebbe ancora il pericolo di inquinamento delle prove. Marazzita contesta la decisione: «Nonostante il mio cliente abbia fornito uno spiraglio per trovare il marcio viene ripagato con una lunga carcerazione e un processo ristretto. Spero che oggi il tribunale della libertà revochi il provvedimento di custodia cautelare». Maria Corbi Da sinistra l'ex direttore del Sisde Riccardo Malpica e l'ex 007 Maurizio Broccoletti

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