«I soldi dalla Ferruzzi? Mai presi» di Ugo Bertone

L'accusa dell'ex amministratore Montedison: il denaro servì per l'immagine della famiglia L'accusa dell'ex amministratore Montedison: il denaro servì per l'immagine della famiglia «I soldi dalla Ferrimi? Mai presi» / tre giornalisti: Santa dice solo bugie MILANO. Soldi dalla Ferruzzi? Mai presi. Smentiscono con fermezza i tre giornalisti i cui nomi (come ha poi confermato il procuratore Francesco Saverio Borrelli) compaiono nei verbali della deposizione di Carlo Sama, uno degli ex leader della famiglia Ferruzzi, davanti al giudice Antonio Di Pietro. Smentisce Giuseppe Turani, editorialista di Repubblica. Smentisce Osvaldo De Paolini, ex caporedattore del quotidiano economico Sole 24 Ore. E smentisce con decisione Ugo Bertone, ex responsabile della redazione milanese della Stampa. Sorpresa. Amarezza. Rabbia. Scoppia di domenica la bufera Penne pulite. E mentre Borrelli conferma i nomi apparsi come indiscrezioni su alcuni quotidiani, via telefono e poi dagli schermi tv arrivano le versioni dei tre giornalisti. «Mezzo miliardo da Sama? Mai preso», dichiara prima alle telecamere Rai e poi a quelle Fininvest l'editorialista di Repubblica, Turani, forse il giornalista più noto tra quanti scrivono d'economia, l'autore s (insieme a Eugenio Scalfari) |del bestseller «Razza padro|na». Suo era il nome sussurrato nei giorni della clamorosa denuncia di Sergio Cusani, l'ex consulente della Montedison di Raul Gardini prima e di Sama poi, quando per la prima volta si cominciò a parlare di Penne pulite e di un elenco di giornalisti pagati dal gruppo Ferruzzi-Montedison per favorire un'immagine diversa, ovviamente positiva, del gruppo dopo la fine di Enimont. Ma se Cusani, dopo tanto fuoco e fiamme (tuonò in una pausa del processo: «Se me lo chiederanno i giudici farò un solo nome, il caso più scandaloso, quello cui ho assistito in prima persona, il nome di quel giornalista che mi aveva consigliato di restituire il malloppo: bene, allora restituisca anche lui il suo malloppetto»), non ha poi voluto render pubblico alcun nome, Sama il nome di Turani l'ha fatto veramente. «Si tratta dell'ennesima farneticazione di un imputato che non ha più nulla da perdere e che, per sminuire le proprie o altrui responsabilità, tenta di coinvolgere chi ha sempre lavorato con onestà e correttezza», reagisce con fermezza Turani. Poi aggiunge: «Non solo escludo d'aver ricevuto denaro da Sama, contesto anche ogni parola di chi ha già ripetutamente dimostrato la propria inaffidabilità e inattendibilità e ha spesso fornito versioni contrastanti su questo e altri episodi». Si dice sicuro di poter dimostrare in fretta la propria estraneità, Turani. Nel frattempo annuncia d'essersi autosospeso dal proprio giornale, un gesto apprezzato dal Cdr di Repubblica, e che lo stesso Turani spiega con la «volontà di tener fuori il giornale da possibili strumentalizzazioni». Stessa decisione nel rispedire al mittente le accuse anche per Ugo Bertone, ex responsabile della sede milanese della Stampa, che come Turani si è subito autosospeso dal giornale. Chiarisce: «Non posso che smentire le affermazioni del geometra Sama: non ho mai preso, né direttamente né indirettamente, una lira da lui, dal gruppo Ferruzzi o dalla Montedison». E insiste: «Mi auguro di poter essere sentito dal magistrato il più presto possibile e di poter far chiarezza in sede penale». Chiarezza su quei cento milioni che, secondo Sama, sarebbero stati il compenso per Bertone: «Se non ricordo male, mi pare d'aver scritto un solo articolo su Sama negli ultimi due anni - è la replica per quell'articolo, secondo lui, sarei stato retribuito 100 milioni: è un compenso da "Pulitzer" e io non lo sono». Terzo nome per Penne puli- te, quello di Osvaldo De Paolini del Sole 24 Ore. E terza secca smentita: «Mai preso un soldo da Sama o da chi per lui, per dimostrarlo sono pronto a presentarmi ai magistrati. Anzi, chiedo a Di Pietro di aprire un'indagine patrimoniale su di me e sui miei familiari». Smentite ma non solo smentite da De Paolini, l'ex caporedattore costretto a la- sciare (nell'attesa dell'appello) il proprio ruolo dopo la radiazione da parte dell'Ordine dei giornalisti della Lombardia in seguito alla vicenda Lombardfin (vicenda per la quale anche Bertone è stato sospeso per quattro mesi dall'Ordine del Piemonte). E così, ecco il perché - secondo De Paolini - del suo nome fatto da Sama: «Perché disgraziatamente la vicenda Lombardfin ha gettato delle ombre sulla mia persona, ombre che spero di dipanare, sgomberando il campo dalle molte voci che si erano rincorse negli ultimi giorni e tranquillizzando tutti coloro che avevano temuto di finire nell'elenco di Penne sporche». [a. z.] De Paolini: Di Pietro indaghi sul mio patrimonio. Bertone: cento milioni per un articolo? Assurdo A lato Osvaldo De Paolini A sinistra, Ugo Bertone

Luoghi citati: Lombardia, Milano, Penne, Piemonte, Turani