Borrelli: confermo i tre nomi

2. Penne pulite: Turani, Bertone, De Paolini i giornalisti nel verbale di Sama Borrelli: confermo i tre nomi «Però mancano ancora i riscontri» MILANO. Un verbale di quattro pagine e mezza e poi tre nomi, quelli dei giornalisti di «penne pulite». Conferma il procuratore capo Francesco Saverio Borrelli: «Si, nel verbale di Carlo Sama ci sono i nomi di Giuseppe Turani, editorialista e commentatore economico di Repubblica, Osvaldo De Paolini, ex capo redattore del Sole 24 Ore e di Ugo Bertone, capo redattore della Stampa a Milano». La conferma di Francesco Saverio Borrelli mette fine al balletto di voci, indiscrezioni e liste più o meno attendibili di giornalisti «pagati» dall'ex amministratore delegato di Montedison per rifare il «look» alla famiglia Ferruzzi. «Non posso smentire quei nomi già pubblicati dal Manifesto, dal Giornale e dall'Indipendente», dice Borrelli, pressato dai cronisti a cui chiede almeno un'ora per riflettere, prima di annunciare che sì, quell'elenco di tre nomi c'è, appunto le «penne pulite». Solo quei tre? Davvero Carlo Sama ha parlato solo di loro? Tutto lì il «piano famiglia» per rifare l'immagine al gruppo Ferruzzi dopo il divorzio da Raul Gardini? «Nel verbale non ci sono altri nomi», rivela Borrelli. Si sa però che Sama, durante l'interrogatorio davanti a Di Pietro e a Greco, ha parlato dell'esistenza di un quarto giornalista. Secondo il racconto dell'ex amministratore delegato di Foro Bonaparte a Turani sarebbero finiti 500 milioni in due franche, a De Paolini 200 milioni, più altri 100 a Bertone. Secondo alcuni calcoli mancano almeno 200 milioni del miliardo stanziato dai Ferruzzi. Quei soldi sarebbero finiti appunto ad un quarto giornalista attraverso l'intermediazione di Sergio Cusani. Sì, Carlo Sama scarica nuovamente la «patata bollente» sul finanziere sotto processo per la maxi tangente Enimont. Ma Cusani ha già fatto sapere che non intende parlare dell'argomento, lo ha detto in aula proprio ài processo che lo vede imputato. E allora? Finisce qui l'inchiesta «penne pulite»? Borrelli parla anche di questo, ore 13, nel suo ufficio al quarto piano del palazzo di giustizia. Dice il procuratore capo: «Al momento ci sono soltanto questi tre nomi. Al momento, perché in un'indagine giudiziaria non si può escludere mai quello che accadrà domani». E poco dopo, in diretta telefonica al Tg2, aggiunge che «le rivelazioni di Sama ci sono, ma non mi assumo la responsabilità di confermare la veridicità di quelle dichiarazioni». Tutto ancora da vedere, dunque. Alle parole di Sama ci sono da trovare ora i riscontri. Già, cosa accadrà domani ai tre giornalisti economici finiti nel verbale di Sama? Di Pietro è al lavoro su quelle quattro paginette, che non tolgono e non aggiungono nulla di più a quanto si sa. Sama infatti, nelle prime tre pagine racconta del «piano fami- glia». La necessità, nel '92, a consumato divorzio con Raul Gardini, di rifare l'immagine pubblica della famiglia Ferruzzi. Poi, i nomi. Quei tre, senza dettagli, circostanze, momenti precisi. Solo il nome e la cifra. Più l'aggiunta sul ruolo di Cusani e di quel quarto giornalista. Adesso tocca alla procura decidere. Tutti e tre i giornalisti, che respingono le accuse, si sono detti disponibili ad incontrare Di Pietro. Borrelli fa sapere che il loro nome non compare nel registro degli indagati e che ancora si sta pensando ad un'eventuale incriminazione. Spiega Borrelli: «Insieme a Di Pietro e agli altri dobbiamo valutare se il loro comportamento abbia rilevanza penale o solo disciplinare. In quest'ultimo caso ci limiteremmo a trasmettere gli atti alla Procura generale, per avviare la procedura disciplinare, e i tre non sarebbero nemmeno convocati». E se no, quali reati? Su una ipotesi di procedere per ricettazione nei confronti dei tre giornalisti Borrelli ha osservato che «l'ipote- si ci sarebbe solo se chi ha ricevuto il danaro fosse consapevole di della sua provenienza delittuosa». Aggiunge il procuratore capo: «Se a monte di questi soldi ci fosse un reato di appropriazione indebita, potrebbe trattarsi di ricettazione. Invece è da vedere se a monte ci fosse solo un reato di false comunicazioni sociali». E intanto non si esclude che Giuseppe Turani, Osvaldo De Paolini e Ugo Bertone possano es¬ sere sentiti al processo Cusani. Il miliardo usato per il «piano famiglia» del gruppo Ferruzzi verrebbe infatti dalla società Simdem, che ha fatturato «uscite» per una decina di miliardi. Parte di quei soldi, nel '92, è stata usata per «pagare» uomini politici. Adesso c'è il problema dei tre giornalisti, e di quel miliardo per cui ora Cusani risponde, da solo, di appropriazione indebita. Fabio Potetti Accusa il manager «Li ho pagati perché rifacessero il "look" Ferruzzi» Il sostituto procuratore Antonio Di Pietro

Luoghi citati: Milano