Coltivare in giardino una pianta del tè

Coltivare in giardino una pianta del tè SAPERSPENDERE JlMiMilllBaiM Coltivare in giardino una pianta del tè VOGLIA di giardinaggio, caratteristica di questa stagione che fa sentire più vicina la primavera. A Saper spendere fioccano le domande più strane come questa del ragionier Gianni Limbelli che scrive da Prato: «Esistono piantagioni di Camelia Sinensis oltre a quella di Pieve di Compito in provincia di Lucca?». Per chi non lo sapesse la Camelia Sinensis non è altro che l'alberto del tè, un arbusto alto da 1 a 6 metri con foglie cuoiose, verde lucente, portate da piccioli lunghi 8-10 mm. La dott. Elena Accati dell'Istituto di Scienza delle coltivazioni spiega: «La parte usata per la tradizionale bevanda sono i giovani apici della pianta. Il lettore potrà reperire piante isolate di tè anche in un famoso camelieto a Oggebbio sul Lago Maggiore presso Villa Anelli curata dall'ing. Antonio Sevesi, che è forse il maggiore esperto italiano di camelie. «Il genere Camelia, oltre alla Sinensis, comprende molte specie interessanti per il giardino e rivalutate soprattutto nelle cultivar antiche. Tanto che nell'ultimo weekend di marzo ci sarà una manifestazione interessante e unica: una mostra in una villa del Campitese in cui saranno esposte camelie antiche rarissime che fioriscono in quel periodo, sotto forma di steli recisi disposti entro particolari contenitori appositamente creati per esporre le camelie. Chi è interessato a questa manifestazione indubbiamente suggestiva può telefonare allo 0583 55505. «La camelia conosciuta anche come "rosa del Giappone" è una specie la cui coltivazione e ibridazione risale ad epoche antichissime: in una pergamena dipinta intorno al Mille in Cina ve ne sono rappresentate alcune in fiore. In seguito al successo che la camelia ottenne nel secolo scorso, all'inizio di questo la popolarità diminuì secondo alcuni perché divenuta "quasi stucchevole per l'esasperata doppiezza dei fiori". «Dopo la seconda guerra mondiale si assiste ad una vera e propria riscoperta e ad un crescente interesse per questa pianta a livello mondiale, tanto che nasce nel 1962 la International Camelia Society e nel 1965 a Cannerò Riviera la Società Italiana della Camelia, per "incoraggiare, diffondere l'interesse per la camelia" come ha detto uno dei suoi promotori, il prof. Pierluigi Ghisleni. «Scegliendo le specie di Camelia adatte è possibile avere fioriture spettacolari in giardino o semplicemente sul balcone. Tra le specie più rustiche vi è la Camelia sasanqua, originaria della Cina, i fiori larghi 4-6 cm generalmente semplici, colore variabile dal bianco al rosa, sbocciano da novembre a marzo. Bellissime cultivar di gruppo sono Narumi gata con fiori profumati, semplici, bianchi quando sono aperti e rosa prima di sbocciare. Crimson King ha fiori profumati rosso mogano. Rustica e a fioritura dall'inizio febbraio a maggio è la Camelia japonica, originaria del Giappone e della Corea. E' sconsigliabile per le zone ad inverno molto freddo. Fra le numerosissime cultivar forse la più spettacolare è la Contessa Lavinia Maggi, bianca soffusa di rosa e striata di cremisi; molto bella è pure Adolphe Audusson, con fiori larghi 10-12 cm, semidoppi, di colore scarlatto cremisi con stami dorati, dotata di fioritura precoce. Semirustica è invece la Camelia reticulata adatta ai climi miti dei laghi, caratterizzata dall'avere fiori del diametro di 15 cm da rosa pallido a scuro. «Per la coltivazione tenere presente che queste piante richiedono la presenza di torba e terra di brughiera nel substrato, temono le temperature troppo elevate, il vento, la neve che può spezzare i rami, e le brinate tardive. Occorrono irrigazioni abbondanti in particolar modo durante la fioritura e nel periodo immediatamente seguente in cui la pianta sviluppa le gemme, produce i boccioli e le gemme per l'anno successivo». Abbiamo un indirizzo presso il quale reperire cultivar interessanti. Per averlo bisogna farne richiesta scritta alla rubrica Saper spendere. Simonetta

Persone citate: Antonio Sevesi, Crimson King, Elena Accati, Pierluigi Ghisleni

Luoghi citati: Cina, Giappone, Lucca, Oggebbio, Prato