E ora tocca a Cragnotti di Claudio Giacchino
Il granata, da due mesi a secco, a confronto con la coppia-gol del Cagliari PIEDI PULITI Dopo Goveani, ieri i giudici hanno sentito ancora Borsano E ora tocca a Cragnotti Per il presunto nero su Marchegiani TORINO. Non si può proprio dire che i giudici del «caso Torino» amino gli indugi. Venerdì avevano ascoltato Roberto Goveani, ieri mattina è toccato, per l'ennesima volta, a Gian Mauro Borsano. Differenza sostanziale, tra i due interrogatori: quello del Notaio lo è stato solo formalmente, che gli inquirenti non hanno posto domande, né avevano intenzione di porle, e si sono limitati a mettere a verbale la deposizione spontanea dell'indagato. Borsano, invece, ha dovuto rispondere su molti punti. Quei punti reputati dai magistrati più interessanti, e bisognosi di maggior approfondimento, dei racconti di Goveani. Insomma, il pool di giudici che investiga sul Toro, continua a scavare: i sostituti procuratori Sandrelli, Prunas, Avenati Bassi e Riccaboni sospettano che anche la gestione del Notaio possa essere macchiata dal «nero», cioè da miliardi incassati clandestinamente, e cercano le prove. Se le trovassero, affermava giorni fa un inquirente, per il Notaio sarebbero «inevitabili le manette perché chi ha fatto il nero ha consapevolmente distratto soldi destinati ai creditori del fallimento della Gima», la holding di Borsano naufragata in 80 miliardi di debiti. Insomma, Goveani rimane sempre nel mirino, e con lui tutto il mercato torinista dell'estate scorsa: il pool sospetta che possa «esserci del nero» sulle cessioni di Marchegiani e Scifo (l'input dalle confessioni di Borsano), sugli acquisti di Francescoli e Osio. Così, dopo aver interrogato Cellino, presidente del Cagliari che aveva venduto Francescoli, e il padrone del Parma, Callisto Tanzi, che diede al Toro Osio, in settimana sentirà Sergio Cragnotti, patron della Lazio. Argomento, la vendita di Marchegiani. Non verrà, invece, convocato il presidente del Monaco, cui Goveani ha ceduto Scifo, perché ci so¬ no troppe difficoltà per investigare su quest'affare: difficoltà dovute, stando ai magistrati, all'assoluta mancanza di collaborazione dei monegaschi tradizionalmente ostili a qualunque inchiesta su movimenti di soldi nelle loro banche. E il Monaco Calcio ha finora intrapreso una sola azione legale: ha querelato l'accusatore Borsano. Impossibile capire se la caccia al presunto nero della gestione goveanesca sia stata confortata da qualche successo, però, vista la costanza degli inquirenti c'è da arguire che gli interrogatori dei presidenti li abbia convinti a proseguire. Per il nero di quattro miliardi confessato da Borsano sulla cessione di Dino Baggio alla Juventus, i giudici intendono indagare sul conto svizzero, intestato ad un avvocato elvetico, attraverso il quale sarebbe transitato il denaro in nero per l'acquisto di Dino Baggio. Claudio Giacchino
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