Mondonico dà una mano a Silenzi

34 Il granata, da due mesi a secco, a confronto con la coppia-gol del Cagliari Mondonico dà una mano a Silenzi «Segnare non deve diventare un 'ossessione» TORINO. Silenzi alla ricerca del gol perduto. I tifosi assicurano che il suo digiuno stia per finire. E Mondonico benedice la profezia. Il centravanti più alto della serie A non fa inginocchiare un portiere in campionato dal 16 gennaio (2 a 2 a Bergamo). Una quaresima lunga 56 giorni. Dopo aver seminato il panico con 13 gol in 18 giornate, Pennellone si è impuntato, come un cavallo lunatico che non abbia più voglia di scendere in pista. Ed è stato black-out (anche a parole). Che strano mestiere quello del cannoniere! Ci sono periodi in cui basta sollevare un piede e il pallone va al bersaglio, infallibile come la freccia di Guglielmo Teli. E altri in cui si compiono miracoli di volontà e di tecnica, ma il pallone dentro la porta non vuole proprio entrare. Sono le regole del calcio, e pure uno bravo come Silenzi deve sottostarvi. Ma fino a quando finirà il tormento? «Spero per poco - sorride Mondonico -. Quando cerchi tanto una cosa non la trovi. Andrea sa di essere indispensabile alla squadra, a me basta che si renda utile al collettivo, a prescindere dal gol che non deve trasformarsi in un'ossessione. Credo che la vicinanza di Poggi gli allegerisca le responsabilità che ha sulle spalle». Il Filadelfia è più che mai un santuario per i tifosi torinisti. Vi si danno convegno donne e uomini di ogni età. Ed è un viavai discreto, un bisbigliare affettuoso, attento. Il Torino ha bisogno di calore e loro non glielo fanno mancare. I temi (tecnico ed economico) si intersecano e subito si allontanano, le attenzioni sono costrette a biforcarsi, uno strabismo che mira al cuore del Cagliari senza trascurare le vicende societarie. Carbone e Fusi giocano o vengono risparmiati in vista del match londinese? Mondonico ha scelto Mussi oppure Sesia? E Giribaldi, con Calieri, si decide a rilevare la società? Interrogativi che schizzano nell'aria tiepida di mezzogiorno. Ci sono comunque priorità da rispettare e la scadenza più vicina riguarda il Cagliari. E al club sardo, per un curioso tocco del destino, il calendario europeo ha riservato un martedì di Coppe, proprio come capiterà ai granata. E allora che cosa succede? Il Torino sceglie un obiettivo, risparmia energie, fa calcoli sparagnini o si scaraventa a testa bassa sul duplice bersaglio? . Mondonico assicura che il clima «è normale, né buono né cattivo, qualcuno non è al massimo della condizione, i giovani sono un po' stanchi. Com'è che si dice, devo fare di necessità virtù. Perciò Fusi me lo tengo stretto per Londra, e Carbone lo mando in panchina. Oggi il piccoletto ha un'autonomia di mezz'ora alla grande, devo sfruttarlo al massimo, sia contro il Cagliari sia martedì in Coppa contro l'Arsenal». Emiliano talvolta fa il filosofo, però le sue teorie, seppur contorte e ironiche, non sono mai fumose, vanno al sodo, come quando gli si ricorda che se il Torino ha problemi il Cagliari non è da meno, poiché martedì è ospite della Juventus al Delle Alpi. «Andiamoci piano con certi discorsi - precisa secco, come fosse infastidito da un'ombra -: ricordate all'andata? Loro dicevano di non essere a posto, di avere tante cose cui pensare. Insomma, si mimetizzarono per bene e noi ci ritrovammo, senza accorgercene, con due gol sulla groppa dopo pochi minuti. Alla fine incassammo cinque pere che bruciano ancora sulla mia pelle. Non mi venite a dire che a loro mancherà Matteoli, perché io vi rispondo che non avrò Fusi e, all'inizio, neppure Carbone. Quello che affronteremo è un Cagliari di tutto rispetto, che ha assimilato bene determinati concetti: squadra chiusa e ale, via andare con il contropiede. Ed ha molti uomini adatti per farlo bene». Torino-Londra, basta un volo di un'ora e quaranta minuti per passare da un problema all'altro. «E' prematuro pensare all'Arsenal - ammette Mondonico con un sorriso - non siamo in grado di fare mente locale a ciò che accadrà fra tre giorni. Con questi chiari di luna è già tanto evadere una pratica alla volta. Dunque, il mio motto è vivere alla giornata. Ora c'è il Cagliari, il resto, Arsenal compreso, conta poco più di nulla». Da tempo i gol (e le fortune) del Cagliari si identificano in due frecce nere con la punta avvelenata: Oliveira e Dely Valdes, tipi diversi ma entrambi pericolosi, con raffinato fiuto del gol. Senza i rigori, rappresentano la coppia più prolifica del torneo. Al panamense penserà Gregucci, Armoni si occuperà del brasiliano naturalizzato belga. Dice Arnioni: «Oliveira è il più in forma dei rossoblu, si è adattato in fretta al nostro campionato. Dovrò stare attento, come ho fatto con Gullit domenica a Marassi». Angelo Caroli A destra Andrea Silenzi, nato a Roma. 28 anni compiuti il IO febbraio; ha militato nella Lodigiani nell'Arezzo nella Reggiana e nel Napoli prima di trasferirsi al Torino dove è alla seconda stagione COPPIE GOL DELLA SERIC SENZA CALCI DI RIGORE Conteggiando nuche i rigori, sarebbero al comando con ?5 ioti i bianconeri Saggio - Mocllcr, poiché Rolli ha trasformato 6 penalty CAGLIARI GOL TOTALE 21 OLIVEIRA gol 11 DELY-VALDES gol IO SAMPDORIA GOL TOTALE 20 GULLIT gol 13 MANCINI gol 7 PARMA GOL TOTALE 19 ZOLA gol 12 ASPRILLA gol 7 JUVENTUS GOL TOTALE 19 BAGGIO gol 10 MOELLER gol 9 FOGGIA GOL TOTALE 16 ROY gol 9 CAPPELLINI gol 7 INTER GOL TOTALE 16 SOSA gol 13 BERGKAMP gol 3 NAPOLI GOL TOTALE 16 FONSECA gol 12 PECCHIA gol 4