«Arancia meccanica» a Napoli Anziano muore per le sevizie

Quei padri-padroni creati dall'ignoranza Coppia di pensionati è rimasta un'ora in balia di tre rapinatori «Arando meccanica» a Napoli Anziano muore per le sevizie UCCISO COME NEL FILM NAPOLI. Hanno bussato alla porta, lui è andato ad aprire. La moglie, dal salotto, gli ha gridato: «Sta' attento, è tardi. Chiedi prima chi è». Ma il pensionato non pensava che di lì a poco una tranquilla serata davanti alla tv si sarebbe trasformata in un lungo incubo. Per un'ora i due coniugi sono rimasti in balia di tre banditi che li hanno picchiati, seviziati, costretti a consegnare loro i risparmi di una vita. E alla fine Giuseppe Terracciano, 68 anni, non ce l'ha fatta: il suo cuore non ha retto alla paura. Terrorizzato dalle minacce e dalle botte, è morto d'infarto. E' una storia da banda dell'arancia meccanica, quella che ha sconvolto l'esistenza di una coppia di anziani pensionati di Acerra, il paese del Napoletano dove la violenza ha il volto della camorra, ma anche dei balordi, i «cani sciolti» della malavita che sono disposti a tutto per un pugno di quattrini. Qui, dove il vescovo, monsignor Antonio Riboldi, annuncia la resa dei boss, si può morire per nul- la, come è avvenuto in un anonimo appartamento nel centro del paese. Tutto è cominciato venerdì sera, poco dopo le 9. Giuseppe Terracciano, pensionato dello Stato, e la moglie Vincenza Crisci, 62 anni, avevano da poco finito di cenare. L'ultima telefonata ai tre figli sposati, un saluto ai nipotini, e poi la compagnia della televisione. Il cam- panello squilla all'improvviso. Lui si alza, lei gli raccomanda prudenza: «Non si sa mai...». Ma Giuseppe non si rende conto che l'incubo sta per cominciare. Apre senza pensarci su e si ritrova davanti tre uomini che lo spingono verso l'interno e richiudono l'uscio dietro le loro spalle. «Dove sono i soldi?», è l'inequivocabile esordio. Poi in due l'afferrano e lo nortano in soggiorno, mentre il complice trascina la donna in cucina. E' lei il punto debole e i banditi lo sanno. La picchiano, le fanno vedere una calza: «Ti strangoliamo se non ci dici subito dove tieni il danaro». Vincenza prova a resistere, pensa al marito chiuso nel salotto nelle mani degli altri due rapinatori, sente le sue grida di aiuto e alla fine cede: «I soldi sono lì, in quel mobile dell'ingresso». Ha detto la verità e alla banda basta poco per capirlo: in un cassetto ci sono 40 milioni in biglietti e assegni. Ma loro non sono ancora soddisfatti. Prima di andare via, colpiscono la moglie del pensionato alla testa. La donna sviene. Quando riapre gli occhi è tutto finito. Trova la forza di trascinarsi nella stanza vicina, ve¬ de il marito accasciato su una poltrona, pensa a un malore, ma poi si accorge che Giuseppe è morto, ucciso da un infarto. E' lei a dare l'allarme, chiama i carabinieri e comincia un'inutile battuta alla ricerca della banda. Gli investigatori sospettano che ad agire non siano stati professionisti del crimine. Piuttosto si pensa a balordi, forse tossicodipendenti. Ma c'è un'altra ipotesi, ben più inquietante. Chi ha seviziato i due pensionati e provocato la morte di Giuseppe Terracciano, sapeva che in quella casa c'era del danaro. Forse qualcuno ha notato che marito e moglie non se la passavano male, che potevano consentirsi una vita abbastanza agiata. I carabinieri, però, non escludono che ad organizzare il raid possa essere stata una persona al corrente della presenza dei soldi, forse qualcuno di cui Giuseppe e Vincenza si fidavano e che conosceva il loro segreto. Mariella Cirillo Una scena del film «Arancia meccanica»

Persone citate: Antonio Riboldi, Giuseppe Terracciano, Mariella Cirillo, Vincenza Crisci

Luoghi citati: Acerra, Napoli