Il Sud Africa proclama l'emergenza

Gli zulù annunciano il boicottaggio delle elezioni, i neri che voteranno saranno considerati «traditori» Gli zulù annunciano il boicottaggio delle elezioni, i neri che voteranno saranno considerati «traditori» Il Sud Africa proclama l'emergenza In 52 distretti pieni poteri alla polizia PRETORIA. All'indomani dei disordini nella homeland del Bophuthatswana che hanno causato almeno 60 morti e più di 300 feriti, il ministro della Legge e dell'Ordine Hernus Kriel ha proclamato 52 distretti sudafricani «zone a rischio», nel tentativo di scongiurare il diffondersi della violenza nel resto del Paese. La tensione, però, continua a rimanere altissima, dopo che il partito zulù Inkhata ha deciso di non partecipare alle elezioni del 26-28 aprile in seguito al fallimento dell'incontro tra il presidente del Bophuthatswana Lucas Mangope e il presidente della commissione elettorale indipendente Johan Kriegler. Il meeting è stato definito «insoddisfacente» dal governo sudafricano e il presidente Frederik de Klerk ha reagito con un duro comunicato. La decisione del governo di proclamare una serie di «aree a rischio» è stata duramente criticata dal leader dell'«African National Congress» Nelson Mandela, che ha aggiunto di non essere stato consultato. All'interno di queste 52 aree che comprendono praticamente tutte le città nelle zone di Pretoria, Witwatersrand e Vereeniging, così come ampie aree degli Stati del Transvaal, Orange e della provincia del Capo - la polizia disporrà di poteri straordinari e i magistrati potranno proibire tutte le manifestazioni pubbliche considerate pericolose. Intanto, il partito Inkhata, che si era registrato al voto, non ha consegnato la lista dei candidati entro il tempo limite della mezzanotte dell'altro ieri ed è rimasto così escluso dalla competizione elettorale. Ciò significa che nel Natal - da sempre roccaforte degli zulù i neri che si recheranno a votare verranno immediatamente identificati come sostenitori dell'Anc e un fatto del genere si preannuncia drammatico: l'anno scorso le violenze che hanno opposto i sostenitori dell'Anc e quelli dell'Inkhata sono costate più di quattromila vittime. Il leader della destra bianca Constand Viljoen, ex alto ufficiale delle forze armate, ha invece presentato i candidati per la lista del Fronte della libertà, ma - contemporaneamente - ha annunciato le proprie dimissioni dalla presidenza dell'«Afrikaner Volks- front», che riunisce varie formazioni di estrema destra: la decisione è stata interpretata come un chiaro segnale con cui prendere le distanze dai neonazisti deH'«Afrikaner Weerstandsbeweging», che l'altro ieri sono penetrati in armi nel Bophuthatswana, disobbedendo platealmente ai suoi ordini. La decisione di Viljoen di accettare di partecipare al voto ha subito rafforzato le voci di una spaccatura all'interno dell'estrema destra. I bianchi segregazionisti, infatti (e con loro il partito zulù Inkhata di Mangosuthu Buthelezi) vorrebbero creare propri Stati autonomi come misura per difendersi dalla prevista vittoria elettorale dell'Anc di Mandela, alla prima consultazione elettorale a suffragio universale della storia del Sud Africa. Nelle ultime ore, la situazione è intanto tornata calma a Mmabatho, la capitale dello Stato nominalmente indipendente del Bophuthatswana, dove si sono registrati solo sporadici episodi di saccheggio. Centinaia di soldati e di poliziotti sudafricani continuano a presidiare tutti i punti strategici della città e - hanno annunciato ieri le autorità di Pretoria - vi rimarranno fino a quando la situazione non sarà completamente normalizzata. La causa che ha scatenato una serie di gravi disordini, durati sei giorni, è stata la decisione del presidente Lucas Mangope di boicottare le elezioni, una mossa che - in un primo tempo - era stata contestata pacificamente con uno sciopero dei servizi pubblici indetto dall'Ano. Poi, la situazione è improvvisamente precipitata con una rivolta popolare di massa, resa ancora più drammatica - l'altro ieri - dal¬ l'arrivo di un piccolo «esercito» di quattromila bianchi segregazionisti che intendeva dare man forte a Mangope. I bianchi sono stati accolti dal fuoco delle forze di sicurezza della homeland e l'ordine è stato riportato soltanto grazie all'intervento dei paracadutisti sudafricani. La drammatica situazione ha convinto Mangope a fare precipitosamente marcia indietro e ad annunciare che non boicotterà più il voto ma che, anzi, vi parteciperà sotto la bandiera del Partito cristiano-democratico del Nordovest, una formazione che aveva già registrato in prece¬ denza. A questo proposito, martedì prossimo si terrà una sessione straordinaria del Parlamento. Ieri, però, non sono mancati nuovi problemi e incomprensioni nel corso di un incontro tra il presidente della homeland e il responsabile della commissione elettorale, tanto che il presidente sudafricano Frederik de Klerk ha emesso un comunicato dai toni molto duri. «Il governo crede nella necessità di un'azione ferma per assicurare la stabilità nel Bophuthatswana - ha dichiarato - e per assicurare che in questo territorio si tengano elezioni libere». [e. st.] PRETORIA. Una drammatica scena di morte a Mmabatho, la capitale dello «Stato» nominalmente indipendente del Bophuthatswana, che le telecamere hanno diffuso in tutto il mondo: un militante dell'Awb - il Fronte di difesa afrikaner - si inginocchia e chiede pietà pochi istanti prima di essere falciato dal fuoco di un poliziotto nero (nella prima fotografia). Nella foto centrale, gli altri suoi due compagni, feriti, si accasciano accanto all'auto, inorriditi per l'esecuzione a cui hanno appena assistito. Anche loro stanno per essere uccisi a sangue freddo (nella terza foto, i cadaveri, sorvegliati a vista dagli agenti delle forze di sicurezza). Tutti e tre facevano parte di uno dei numerosi «commandos» che sono penetrati l'altro ieri nella homeland sudafricana per so¬ stenere il regime del presidente Lucas Mangope, in difficoltà dopo lo scoppio di una sommossa popolare che ha provocato 60 vittime. Mentre i militanti dell'Awb si ritiravano, un altro gruppo di estremisti, vestiti in tute kaki e con lo stemma dei tre «7» biblici sul braccio che ricorda da vicino la svastica nazista, ha vendicato la morte dei propri compagni e - secondo numerosi testimoni ha ucciso tre neri, sparando loro in faccia a bruciapelo. [e. st.] Dopo il blitz delle truppe invi :te da Pretoria è tornata la calma nella homeland del Bophuthatswana Il leader della destra bianca Viljoen ha annunciato le dimissioni dal «Fronte» dei neonazisti

Persone citate: African, Constand Viljoen, Johan Kriegler, Lucas Mangope, Mangosuthu Buthelezi, Nelson Mandela, Orange, Viljoen

Luoghi citati: Pretoria, Sud Africa, Witwatersrand