I LAMENTI TARDIVI DEL CENTRO di Gianni Vattimo

Summit con i ministri dell'Ambiente dei Paesi più industrializzati: non diventiamo schiavi della tecnologia tii.„*,,: ;,.„^^JssS I LAMENTI TARDIVI DEL CENTRO modo da spaventare ben bene l'elettorato moderato. Ci sarà pure, qui, qualcosa di vero, soprattutto per ciò che riguarda le reti Fininvest; ma Segni e i suoi amici dovrebbero domandarsi se quello che descrivono come l'ostracismo dei media nei loro confronti non corrisponda anche al fatto che la coscienza collettiva, l'opinione pubblica che si è espressa due anni fa nel referendum elettorale, è molto più bipolare di quanto essi non credano. Non dimentichiamo che Mario Segni, anche quando aveva il sostegno di una minima frazione di deputati del suo partito, è stato per anni una vera e propria star dei mass media; il rovesciamento di questa situazione ha corrisposto al momento in cui egli ha mostrato di non credere più nella direzione bipolarista indicata dagli esiti dei referendum che pure lui stesso aveva promosso. Certo sarebbe ingenuo appellarsi ai risultati del referendum sulla legge elettorale per soste- nere che la cultura del Paese è diventata bipolare ed è totalmente matura per l'alternanza. Ma se anche si ammette che la via verso una cultura di questo tipo è ancora lunga, non segue affatto da ciò che allora si debba aspettare che questo cammino sia compiuto per poter ragionevolmente andare ad elezioni «bipolari». Il cambiamento della legge elettorale (sia pure imperfetto come quello che, anche per colpa di molti centristi, abbiamo per ora ottenuto) è un passo proprio su questa via; e un passo importante sarebbe anche che l'elettorato rispondesse all'appello dei due schieramenti contrapposti in modo netto, assegnando una chiara maggioranza all'uno o all'altro. Solo sperimentando che l'alternanza si può davvero realizzare senza traumi apocalittici noi ci persuaderemo che essa è la via maestra della democrazia. Non possiamo imparare a nuotare leggendo dei manuali o facendoci coraggio sui bordi della piscina; dobbiamo buttarci. Chi pensa che questo sia un passo troppo rischioso, consideri quanto maggiore è il rischio a cui ci espongono le «responsabili» (e anche in buona fede) esortazioni centriste. Nessuno si illude, neanche Segni e Martinazzoli, che il Centro abbia da solo la maggioranza per governare. Ciò a cui mirano i centristi è solo evitare che una tale maggioranza sia raggiunta dall'uno o dall'altro dei due schieramenti contrapposti. Considerano un simile evento una iattura per il Paese e anzitutto, del resto legittimamente, per le proprie fortune politiche. Ma, dal punto di vista della tanto vantata governabilità, non è affatto detto che abbiano ragione. Se nessuno dei due grandi schieramenti contrapposti avrà in Parlamento la forza per governare, ci aspettano nuovi defatiganti tentativi di governi di coalizione, o di governi tecnici, istituzionali, di transizione, e poi nuove elezioni anticipate a breve scadenza. Gioverà davvero tutto questo al Paese? Neanche i tanto conclamati contrasti che, soprattutto secondo il Centro, lacerano le due coalizioni «estreme», sembrano capaci di produrre effetti così destabilizzanti come quelli che ci possiamo molto verosimilmente aspettare da un'ennesima ripetizione dell'eterno gioco a tre fra destra, centro e sinistra. Gianni Vattimo

Persone citate: Mario Segni, Martinazzoli