Ai giornalisti più di un miliardo

Carlo Sama l'ha rivelato al pm Di Pietro: contributi da 100 a 500 milioni Carlo Sama l'ha rivelato al pm Di Pietro: contributi da 100 a 500 milioni Ai giornalisti più di un miliardo Ordine e Fusi ai giudici: faremo pulizia MILANO DALLA REDAZIONE Sono quattro i giornalisti economici nel mirino di Antonio Di Pietro. I loro nomi, su cui mancano conferme ufficiali, sono stati rivelati da Carlo Sama, l'ex amministratore delegato di Montedison che ha dato il via all'inchiesta «penne pulite». I quattro giornalisti, nel '92, avrebbero preso dalla Montedison oltre 1 miliardo e 300 milioni. Tre di loro sarebbero stati «pagati» direttamente da Sama, un quarto con la mediazione di Sergio Cusani, l'ex braccio destro di Raul Gardini ora sotto processo per le tangenti Enimont. I pagamenti, secondo quanto ha rivelato Sama a Di Pietro, sarebbero avvenuti in contanti, senza alcun passaggio attraverso banche svizzere. Sama, nelle sue rivelazioni al magistrato, ha fornito solo un elenco di nomi e le cifre versate. Si va da un massimo di 500 milioni ad un minimo di 100 milioni. Contro i quattro giornalisti economici non esisterebbe al momento alcun provvedimento da parte della procura. Non è escluso che possano scattare anche degli arresti. Tra le ipotesi al vaglio del giudice Di Pietro ci sarebbe quella di ricettazione. I pagamenti infatti sarebbero avvenuti con la stessa trafila della maxi tangente Enimont. Diversi, e di diverse testate, i nomi dei giornalisti che circolano da venerdì sera, giorno dell'interrogatorio di Carlo Sama. Non c'è alcuna conferma ufficiale, anche perché Antonio Di Pietro ha chiesto la «segretazione» del verbale dell'ex manager Montedison. Le voci sui nomi dei giornalisti coinvolti si susseguono, tanto che fino a tarda sera nelle redazioni di quotidiani e tv sono state ore convulse. In ballo l'eventualità e l'opportunità di pubblicare o no i nomi, senza conferme ufficiali. Oltre agli eventuali problemi di tipo penale i 4 giornalisti rischiano provvedimenti disciplinari da parte dell'ordine professionale per violazione delle regole deontologiche. Numerose le prese di posizione. «Fuori i nomi dei giornalisti coinvolti nell'inchiesta "penne pulite"», chiedono Gianni Faustina presidente dell'Ordine nazionale dei giornalisti, e Vittorio Roidi, presidente della Federazione nazionale della stampa. In un lungo comunicato Faustini sostiene che «non è pensabile che in un sistema che vede coiTotti da tutte le parti i giornalisti rappresentino un'isola felice». Che succederà? Risponde ancora Faustini: «Se si verificano reati penali, prima deve esprimersi la magistratura e successivamente l'ordine professionale». «Se ci sono dei colleghi "pecore nere", o che comunque hanno tradito il senso di questa professione - sostiene invece Vittorio Roidi - speriamo che siano in condizione di difendersi e di dimostrare il contrario». E intanto a Palazzo di giustizia a Milano non si lavora solo su «penne pulite». Per l'inchiesta sull'edilizia privata, che ha visto già la confessione di Paolo Berlusconi, è stata perquisita l'abitazione di Alessandro Moneta, ex sindaco de di Basiglio e attuale vicesegretario per il territorio, per il Sud, di Forza Italia. Carlo Sama

Luoghi citati: Basiglio, Milano