Nostini, dopo 74 anni, depone la spada nel fodero
Nostini, dopo 74 anni, depone la spada nel fodero Nostini, dopo 74 anni, depone la spada nel fodero «Già pronto il mio successore ideale: è un ex grande atleta, si chiama Granieri» ROMA. La scherma italiana oggi andrà alle urne per eleggere l'uomo che succederà, nella presidenza federale, a Renzo Nostini, il grande dirigente che lascia il mondo delle lame in cui ha vissuto dal 1920 ad oggi e in cui ha ricoperto la massima carica per 34 anni. «Lascio dopo 74 anni di scherma - dice - e non certo per volontà mia o dell'elettorato, che mi confermò alla presidenza non più di un anno fa con il massimo consenso. Tutti i lunghissimi momenti di una vita spesa per la scherma sono egualmente indimenticabili e sono stati tutti improntati al dettame di cavalleria che mi fu trasmesso, quando avevo sei anni, dal mio primo maestro, il maresciallo Fabrizi cav. Luigi (come testualmente recitava la targa sulla porta della sua sala d'anni in via Crescenzio 79 in Roma, ndr)». «"Ricordati che da questo momento - mi disse al termine della sua prima lezione di scherma sei un gentiluomo". Ho cercato di non tradire mai quest'imperativo e sono sempre andato dritto per la mia strada sfidando chi doveva essere sfidato; a viso aperto e senza paura, come deve fare un vero schennidore». Nostini non lo dice, ma si riferisce anche alle sue battaglie in campo politico-sportivo, che lo portarono prima ad opporsi, con determinazione sino alla vittoria, a Onesti e, più recentemente, a Gattai, anch'egli uscito con le ossa rotte. Nostini si abbandona ai ricordi di una carriera gloriosa, culminata con la conquista di 7 titoli mondiali nonostante i migliori anni siano stati bruciati dalla guerra. «La più grande delusione di tutta la mia vita di atleta resta l'esclusione dall'Olimpiade di Berlino 1936. Avevo conquistato il posto in squadra per il fioretto, quando il segretario del Coni, Vaccaro, mi invitò a dedicarmi titolo mondiale individuale, vincendo la prova di fioretto a Montecarlo. «Ma l'anno prima mi avevano letteralmente rubato il titolo al Cairo ed anche nel 1955, Mondiali di Roma, dovetti cedere il titolo nella sciabola a Karpatj e a Gerevich». 1 ricordi più belli di Nostini sono però legati alla sua camera di dirigente. «La gioia provata nel 1972 a Monaco fu insuperabile: oro con la Ragno; oro con la sciabola a squadre. Fu il momento della rinascita della nostra scherma». Fedele al suo principio di parlare sempre molto chiaro, non osita a stilare una graduatoria dei migliori schermidori nella sua lunga epoca presidenziale: «Maffei il più tecnico; Dal Zotto il più dotato, istintivo, moderno, dagli impulsi e dallo ispirazioni incontrollabili; Numa il più costante nei risultati. Fra le ragazze, ricordo le ragazze d'oro di Barcellona: Zalaffi, Bianchedi, Bortolozzi, Vac- Renzo Nostini 80 anni a giugno, ha vinto 7 titoli mondiali e quattro argenti olimpici al pentathlon, perché ero anche buon nuotatore e buon corridore. Fino all'ultimo ero litolare, ma, pochi giorni prima della partenza per Berlino, fui sostituito da un altro pentathleta. 11 mio torto era di essere un civile e non un ufficiale di carriera...». L'ufficiale ebbe modo di farlo in seguito: artigliere nelle balterie da campagna. 11 suo debutto olimpico avvenne quando aveva ormai 34 anni, nel 1948 a Londra. E due anni dopo conquistò il caroni e la grande Trillini». Non ha dubbi neanche nell'esprimere le suo preferenze per le votazioni di oggi. «Sono due i candidati alla presidenza, Di Blasi e Granieri. Non ho esitazioni nel dichiarare che il mio preferito ò Nicola Granieri. Grande schennidore, grande dirigente. Gli altri sono forse più attrezzati politicamente; hanno avuto più tempo per preparare la loro campagna elettorale, ma non hanno né il suo passato, né il suo presente». Nostini chiude con un'amara considerazione: «Nella lista dei consiglieri proposti da Di Blasi, ci sono anche maestri di scherma non eleggibili perché professionisti. La Federazione internazionale non può accettarli e non li accetto neanche io. Non so chi vincerà, ma per me l'unico meritevole di diventare il mio successore resta Granieri». Vanni Lòriga
Luoghi citati: Barcellona, Berlino, Cairo, Londra, Monaco, Montecarlo, Roma
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