Arte sesso e politica mettiamoli in salotto di Osvaldo Guerrieri
Al Colosseo, commedia di De Benedetti Al Colosseo, commedia di De Benedetti Arte, sesso e politica mettiamoli in salotto «L'Onorevole, il Poeta e la Signora» con Andrea Giordana e Ivana Monti TORINO. Verso la metà degli Anni Cinquanta Aldo De Benedetti compose una commedia di leggerezza e intrigo impalpabili che intitolò «Paola e i leoni». Sottratta al lungo silenzio e prodotta dalla «Fascino E. T.» di Maurizio Costanzo, la commedia è stata ribattezzata «L'onorevole, il Poeta e la Signora» e provoca al Colosseo, dove è in scena fino a domani per il cartellone dello Stabile, un cordialissimo divertimento. Scritti con un mestiere meraviglioso, i due tempi mettono in scena un aneddoto dallo sviluppo imprevedibile. L'onorevole Leone arriva in casa propria con la bellissima Paola. Ma il tentativo di seduzione non funziona: la donna è troppo esplicita, troppo razionale, troppo imprevedibile e forse, accettando l'invito, ha voluto ridicolizzare l'incauto corteggiatore. Rimasto solo, l'onorevole Leone scopre che in casa si è nascosto uno sconosciuto, forse un ladro. Sta per chiamare la questura quando viene a sapere che l'uomo abita nelle soffitte di quello stesso palazzo. Affamato, si è introdotto da lui nella speranza di trovare qualcosa da mangiare. E' un commediografo sull'orlo della disperazione e della morte per inedia. Per aiutarlo, l'onorevole accetta di far rappresentare col proprio nome una commedia del povero disgraziato. Ottiene un successo clamoroso. In un anno Leone rappresenta tre testi, diventa una star, mentre il commediografo gli vive attaccato come un'ombra, ne guida il comportamento e percepisce i di¬ ritti d'autore. Le cose sono cambiate per tutti, anche per l'altera Paola, che torna dall'onorevole pentita, affascinata da una personalità che non aveva compreso. L'amore non sembra avere più ostacoli, finalmente. Sennonché «non succede niente». E all'onorevole avvilito viene proposto un ulteriore scambio di persona: questa volta si sostituirà a lui, nel letto, il ben più efficiente drammaturgo. C'è aria di boulevard in questa commedia che la finissima regia di Antonio Calenda maneggia come un oggetto graziosamente fragile. La cornice (di Nicola Rubertelli) è elegante, da «milieu» alto borghese, tipica di quel teatro parigino al quale «L'onorevole, il Poeta e la Signora» in parte si ispira. La situazione è sorretta e alimentata da un dialogo scintillante, spiritoso e offre agli attori eccellenti occasioni interpretative. Di queste occasioni approfittano come meglio non potrebbero Andrea Giordana, Ivana Monti e Gianpiero Bianchi. Il primo disegna un ritratto d'onorevole allibito e vanesio, arrivando a coloriture comiche inattese e irresistibili. La Monti incarna l'idea assoluta della Signora, con tutti i capricci, le velleità e le furbizie del caso. Ottimo il Bianchi nella parte del drammaturgo che prima è un fuscello governato dal caso e dalla fame e, successivamente, è un padrone assoluto e tirannico. Il pubblico segue il gioco con gustosa partecipazione e, alla fine, tributa al valoroso terzetto caldissimi applausi. Sam Shepard di Hitchcock, «Psycho». L'agente Joe Dee Fostar (Billy Zane), incaricato di indagare su un assassino feriale che fa fuori 120 vittime la settimana, si confronta col dr. Animai (Doni Deluise), psichiatra rinchiuso in manicomio che ormai sogna di aprire una pizzeria. Nel frattempo Jane (Charlene Tilton), pepata fidanzata del poliziotto, dopo aver rubato 400 mila dollari trova asilo in una notte tempestosa al Cemetery Motel di «Psycho», dove Antonio, alias Greggio nel ruolo che fu di Anthony Perkins, la riceve a coltellate nella doccia. Ci sono anche la sorella di Jane Joanna Pacula, il detective Martin Balsam che replica la sua disavventura hitcheockiana, la madre Shelley Winters, i falsi Pavarotti e Hillary Clinton. E alcune scenette sarebbero divertenti se ci fosse un regista capace di girarle senza rovinarne gli effetti comici. [a. ie.] Osvaldo Guerrieri O
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