Caro Pasolini, bello e ferito come il Partenone

Caro Pasolini, bello e ferito come il Partenone Caro Pasolini, bello e ferito come il Partenone di mondo è pieno di capolavori offesi: non per questo vengono tenuti nascosti» « d« snpttnrnln Hi Pptor PnuHn- mo spettacolo di Peter Bogda novich e alla Legge del deside rio di Pedro Almodóvar». Guglielmi non si ferma al mondo di celluloide, cerca e scopre altrove capolavori visibili nonostante le ferite subite: «Un'esperienza, ad esempio, che si fa viaggiando: sono forse integri il Partenone e la Venere di Milo? No, ma questa non è una ragione valida per dirottare i turisti». Il loro - del Partenone e della Venere - è però un destino irreversibile, sembra facile obiettare... «Ma infine non c'è differenza fra quei capolavori e le opere di Pasolini. Ripeto: esiste una determinata legge, o si riesce ad abbatterla o si fanno i conti con la medesima. Certo, abbiamo il dovere di avvertire che i film non vengono proposti in versione integrale: lo rispetteremo». Insorge Razzini, polemizza Bertolucci, seguiranno voci critiche non meno alte. E gli eredi di Pier Paolo l i«SSsÌllll& ^^HIBffiiBllgiy^^^^^^^^ i l i ltplsj b i«SSsÌllll& i A sinistra: Pier Paolo Pasolini. A destra: Angelo Guglielmi In TWTntiurt? Io nSffirrJta inrr lo. Motivo? Le difficoltà incontrate nell'acquisto dei film, l'inciampo in una copia balorda, difettosa, il tempo occorso per sostituirla con una di qualità... No, non potevamo spostare la "Trilogia". La seconda serata, da aprilo in avanti, avrà l'impronta di Alessandro Baricco e Anna Maria Testa, chiamati a reinventare lo spazio libri. Davvero: non c'erano soluzioni diverse. Esercitarsi nella dietrologia è dissennato». Ma lo scandalo, più che nei tagli, nelle forbici censorie, non sta nel condurre Pasolini sul piccolo schermo? Un rapporto contro natura, così tanto il ragazzo di vita detestava la «scatola» borghese, sentita come un oltraggio alla verità, al pudore, alla dignità. «Credo che il mio modo di intendere la televisione sia in parte armonico con la visione dello scrittore corsaro. Affermava: "Sono stanco di raccontare le cose