Nel tempio della moda sfila la rissa

Lagerfeld chiude in trionfo la rassegna. Il fidanzato della Schiffer: ci sposeremo presto Lagerfeld chiude in trionfo la rassegna. Il fidanzato della Schiffer: ci sposeremo presto Nel tempio della moda sfila la rissa Scontro da Chanel tra fotografi e i «gorilla» PARIGI DAL NOSTRO INVIATO tedesca. E confida a un'amica che la sposerà presto. Al dito di lei brilla un diamante grosso come una noce. La sala del Carrousel è un set cinematografico, con sedie da regista e pizze marchiate da vistose doppie «C». Un'ironica messa in scena di Lagerfeld. Come dire: «Il film lo giro io, dove e quando mi pare, senza l'intrusione di Altman e del suo staff», a cui il kaiser ha vietato l'ingresso. La sfilata di Chanel ha concluso la kermesse parigina con una manciata di idee azzeccatissime. In pedana arrivano le top-orsacchiotte, ricoperte da corte e colorate giacche di peluche. «Questa è una "non pelliccia", un accessorio, insomma. Non è vero che sono diventato animalista, mi piacciono entrambe le versioni, vere e finte», spiega lo stilista, mettendo a tacere i pettegolezzi che lo volevano in guerra con Fendi per cui disegna visoni e zibellini. Sul podio, accanto a tante bellezze, non manca una spiritosa bruttona. E' l'assistente di Lagerfeld, Victoire de Castellane. Sfilano gilet, borsette di pelo, ma anche calzoncini in chiffon, da boxeur, pantaloni da pescatore in nylon, bottiglie d'acqua imprigionate in reti d'oro, caschi composti da un groviglio di «C». Alla fine le indossatrici escono in passerella riscaldate da scialli-bandiera, uno per ogni Paese. Sotto, tutine di velluto nero con pantaloni al ginocchio, da cicisbeo. Anche lo show dello stilista Zuli Bet è stato, a modo suo, molto spettacolare. Mercoledì pomeriggio, tutti al grande magazzino la Samaritaine, dove il creatore del Manli, ha presentato capi ricavati da pezzi in lycra di seconda mano. Sfilacciati e aderenti come calze. Un'altra convinta sostenitrice dello stile «recuperation» è Ann Demeulemeester, di Anversa. Nelle sue proposte da «sopravvissuta», fatte di giacche sbilenche e orli approssimativi, ogni difetto viene elevato a virtù. Alle immagini «straccione», si contrappongono quelle di un'amazzone-chic, a cui Hermes ha dedicato l'intero guardaroba, accessori compresi. Rissa da Chanel. Panico in sala. Dopo la sfilata volano calci, pugni e insulti. Il servizio d'ordine, degno di un presidente, per ragioni di sicurezza blocca l'entrata del backstage. Il picchetto è un muro umano. Ma reporter e fotografi non sentono ragioni. Premono, vogliono sfondare a tutti i costi lo sbarramento. Una marea di persone impazzite sgomitano. I microfoni diventano armi, le sberle non si contano. Nel pigiapigia generale qualcuno riesce faticosamente a intrufolarsi. Dietro le quinte è peggio ancora. Le troupe televisive sono assiepate, i fotografi litigano con gli infiltrati. Un inferno. Suzy Menkes, dell'Herald Tribune, sviene. La soccorre, spaventatissima-,—Bernardine Morris del New York Times. Acqua, zucchero, buffetti e tanta paura. Dopo dieci minuti buoni la «papessa» della moda si riprende. Karl Lagerfeld, Claudia Schiffer e David Copperfield sono protetti da dieci gorilla. David è innamorato perso della mannequin Claudia Schiffer sfila per Chanel Antonella Ama pane Silici:

Luoghi citati: Anversa, Parigi