Su cento film l'ombra della truffa di Francesco Grignetti

Si allarga l'inchiesta per i finanziamenti illeciti: nei guai per ora 5 pellicole Si allarga l'inchiesta per i finanziamenti illeciti: nei guai per ora 5 pellicole Su cento film l'ombra della truffo La Ripa diMeana dal giudice I ROMA. Si è trasformata in una piccola passerella, l'anticamera del giudice Adelchi D'Ippolito. Ieri era di scena la «regista» Marina Ripa di Meana, in veste di testimone. Oggi tocca all'attrice Eva Grimaldi. Prossimamente ci sarà un gruppo di produttori. Andranno dal giudice come indagati, però, gli imprenditori cinematografici. Reato ipotizzato: truffa aggravata ai danni dello Stato. E' il primo risultato dell'inchiesta sui finanziamenti pubblici al cinema giovanile. Sulla base di un rapporto della Finanza, il giudice ipotizza che normalissimi film commerciali, grazie a spintarelle e lottizzazione, siano passati per opere dal «particolare valore artislico-culturale». E quindi generosamente foraggiati con soldi pubblici. Finora i film sotto indagine sono cinque. Oltre che su Cattive ragazze, opera prima di Marina Ripa di Meana (500 milioni di finanziamento), si indaga su Punto di fuga di Claudio Del Punta (500 milioni), L'equivoco della luna di Angiola Ianigro (371 milioni), Il ventre di Maria di Meme Perlini (375 milioni), Gli extra di Bruno Gentile (375 milioni). Sarebbero un centinaio i film sospetti, tutti sovvenzionati dal ministero del Turismo e Spettacolo: alcuni addirittura mai completati, altri finiti in archivio, altri ancora dai preventivi palesemente gonfiati. Ma anche se soltanto oggi la magistratura si occupa di questa piccola Tangentopoli cimatografica, in verità è da diversi anni che nell'ambiente della celluloide si grida allo scandalo per la gestione dei finanziamenti pubblici. A un certo punto si è sospettato persino che certi film sovvenzionati finissero sul circuito delle cassette porno. Michele Conforti, rappresentante dell'Ana, associazione autori, non lo escludeva: «Poteva capitare. Noi della commissione non lo sapremo mai, perché non c'è modo di vedere tutti i film che abbiamo finanziato». Ma il caso di Marina Ripa di Meana è quello che ha fatto più scalpore di tutti. Che cosa c'entra mai, domandavano i critici, il «valore artistico-culturale» con un film del genere? Non c'entrerà semmai l'illustre marito, ministro socialista all'Ambiente, collega di quel Tognoli che presiedeva ai finanziamenti? E giù sciabolate sull'opera prima di Marina. Il film fu girato nel Venezuela. Un cast di stelline rampanti: Eva Grimaldi, Florence Guerin, Apollonia, Debbie Ann Carrington. E una storia quantomai azzardata: ragazze lesbiche, giovanotti gay e yuppies che si inseguono per ambienti esotici. In fondo, il problema del «valore artistico», che la legge pone come premessa per i finanziamenti pubblici, non la sfiorava granché. Ma in fondo ha ragione lei. C'era una commissione di «esperti» che decideva chi sovvenzionare e chi LA «REGISTA» SI DIFENDE ROMA I no. La stessa commissione a cui s'appella anche Carmelo Rocca, direttore generale per lo Spettacolo. Rocca era l'animatore del disciolto ministero del Turismo e Spettacolo. Oggi è alla presidenza del Consiglio. «Il comitato credito - dice - è formato da 16 persone. Vota e delibera a maggioranza. A volt" forse, il comitato ha fatto !" « volte può aver fatto meno 3 Ma ogni volta che si deve se re c'è un margine di errore. li ni sento tranquillo sul piano della correttezza e dell'osservanza della legge. Certamente posso avere qualche preoccupazione intellettuale se abbiamo operato sempre bene». L'EQUIVOCO DELLA LUNA DI ANGIOLA JANIGRO PUNTO DI FUGA . DI CLAUDIO DAL PONTE IL VENTRE DI MARIA DI MEME' PERLINI CATTIVE RAGAZZE DI MARINA RIPA DI MEANA Francesco Grignetti

Luoghi citati: Meana, Roma, Venezuela