«Alt alla guerra diplomatica»

Kozyrev chiede all'Italia un biglietto per il G-7 di Napoli Kozyrev chiede all'Italia un biglietto per il G-7 di Napoli «Alt alla guerra diplomatica» Andreatta paciere tra Occidente e Eltsin f RANCIA MOSCA DAL NOSTRO INVIATO Battuta di Andrei Kozyrev riferita da Beniamino Andreatta: «In questa fase c'è un eccesso di competizione diplomatica». Destinatari: la Nato, l'Occidente, l'America, che sembrano non gradire le iniziative della Russia, così come la Russia non gradisce di essere trattata come partner minore. Il ministro degli Esteri italiano è venuto a Mosca a fare da paciere, con la doppia funzione aggiuntiva di futuro ospitante del G-7 (a Napoli, a luglio) e di presidente di turno della Conferenza per la Sicurezza e Cooperazione in Europa (Csce). A giudicare dai sonisi di commiato pare ci sia riuscito. Anche perché Kozyrev non poteva non notare che, dopo Mosca, Andreatta si apprestava a visitare Tallin e Vilnius, due delle tre Repubbliche baltiche che fanno venire il mal di testa a Boris Eltsin. E poiché Andreatta - come ha poi raccontato ai giornalisti italiani - è parso convinto della necessità di premere (sempre con discrezione) sui baltici affinché «adottino standards di comportamento più accettabili dalla comunità internazionale» in tema di diritti delle minoranze, è comprensibile che il ministro degli Esteri russo abbia apprezzato l'intenzione. Andreatta ha tenuto una linea mediana anche sulla questione bosniaca, lasciando capire che l'Italia ha qualche perplessità sull'accordo federativo firmato a Washington tra croati e musulmani di Bosnia, poiché, «escludendo i serbi, può portare a una disgregazione della Bosnia». Ma è stato esplicito nel comunicare a Kozyrev che «l'Italia è profondamente interessata a un ruolo della Russia come partner e protagonista» nella soluzione dei problemi internazionali. Il che è risultato altrettanto gradito al suo omologo. Meno gradito è stato il ruolo di «colui che getta acqua sul fuoco» che ad Andreatta è toccato recitare in quanto futuro padrone di casa dell'incontro di turno dei «sette Grandi». Eltsin ha recentemente detto a chiare lettere che si aspetta di diventare l'ottavo «membro effettivo» del Un momento dell'incontro tra Boris Eltsin n e Beniamino Andreatta contro senza esitazione (si presume il Giappone, con cui la Russia non ha mai firmato la pace dopo la seconda guerra mondiale), chi è moderatamente ostile e chi, come il cancelliere Kohl o il premier britannico Major, vorrebbe stare a metà strada. L'Italia è di quest'ultima partita e Andreatta lo ha spiegato direttamente a Eltsin, incontrato in mattinata. Più o meno nei termini seguenti: un G-7 economico (restando implicito che la Russia non può essere considerata, oggi come oggi, uno dei «grandi» mondiali in termini economici) e un G-8 politico (dato per accettato che molti pensano che la Russia, per il suo peso oggettivo, debba essere inclusa, appunto come protagonista, in tutti i negoziati importanti della scena internazionale). Eltsin non ha esultato, ma ha fatto buon viso a cattivo gioco, rilanciando l'idea che la Russia sia co-firmataria del comunicato politico finale del vertice di Napoli. E forse sarà così, anche se da qui alla prossima estate di acqua sotto i ponti, a Mosca e altrove, ne scorrerà tanta. Ma, se con Andreatta i toni sono stati soft, il ministro Kozyrev aveva in mattinata - parlando all'attivo dei diplomatici russi - polemizzato con estrema durezza contro la «Natomania» e «l'isteria anti-russa» che viene usata da «certi ambienti politici europei che speculano sul fattore Zhirinovskij per far risorgere l'immagine d'una Russia ostile». E ieri si è aperto un altro capitolo della storia di spie. Il controspionaggio russo ne ha arrestata un'altra, che lavorava per i tedeschi in un delicato settore dell'industria militare. Giulietta Chiesa