Buona vergogna a tutti di Curzio Maltese

Buona vergogna a tutti Buona vergogna a tutti corruzione, consumismo e debito pubblico, fiscalismo selvaggio ed evasione di massa. Un mix esplosivo per le casse dello Stato che però, fino al 5 aprile '92 - a Muro già sbriciolato - la maggioranza derli elettori aveva mostrato di tollerare, se non gradire, tributando a Craxi & co. un consenso di massa eroso soltanto verso la fine e in poche aree del Nord dal successo leghista. In ogni caso mai minacciato - fino alle inchieste dall'avanzare di un «nuovo» alternativo, tantomeno «progressista» o «di sinistra». A quella Italia ridens formata di milioni d'elettori orfani del Caf - e infatti subito conquistati da Forza Italia, nonostante gli orrendi spot e i mediocri candidati - si rivolge oggi Silvio Berlusconi sventolando la promessa di «un nuovo miracolo», felice ritorno al «come eravamo»; e la tacita minaccia di archiviare in fretta la «rivoluzione» togata di Mani pulite. Ora nemmeno più tacita. «Io combatto perché queste cose non avvengano più», ha urlato il Cavaliere ai suoi giudici. E il pensiero corre alla visita di Berlusconi al Raphael dopo l'assoluzione di Craxi in Parlamento, alla beatificazione di Titti Parenti... Al programma di «Indietro tutta» Berlusconi ha aggiunto due o tre tocchi spettacolari, l'eterno richiamo allo stellone, il tricolore, gli slogan da stadio e l'equazione diretta, pubblicitaria, tra cliente ed elettore. Più la geniale abilità di impresario impiegata nell'inglobare la Lega - come Craxi e Andreotti non avevano avuto tempo di fare - scritturando Bossi con la chimera dell'agognato «spazio vitale» su tv e giornali. Un cambio merci che finora ha funzionato a senso unico. Bossi ci ha messo i voti e Berlusconi s'è tenuto le sue tv, che dedicano anzi meno spazio di prima al Senatur. Era ora che si arrivasse al vero scontro. Al «faccia a faccia» Borrelli-Berlusconi, che purtroppo non vedremo in televisione. Al massimo, un Violante-Titti Parenti di piccola audience. Curzio Maltese

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