Quando si voltò pagina di Nicola CaraccioloRocco Moliterni

Quando si voltò pagina Anteprima di «Succede un Quarantotto» Quando si voltò pagina Un film di Nicola Caracciolo Intenso e vitale, pieno di speranze e di attese, di felicità per la riconquistata democrazia e di voglia di ricostruire un Paese distrutto dalla guerra e dal fascismo: così fu quel pugno di mesi che va dalla Primavera della Liberazione, nel '45, all'attentato a Togliatti, nel '48. A restituircene il clima e l'atmosfera è il film-documentario Succede un Quarantotto di Nicola Caracciolo e Valerio Marino, che sarà presentato in anteprima domani sera, alle 21,30 nella Sala 1 del Massimo, in via Montebello 8. Ad illustrare il film sarà il regista Nicola Caracciolo. Utilizzando spezzoni di cinegiornali - La settimana Incom, soprattutto -, materiali dell'Istituto Luce e di archivi pubblici e privati, oltre a documentari d'epoca (c'è anche qualche sequenza firmata da Lizzani sui contadini del Sud), i due autori riprendono il discorso sulla storia d'Italia, lì dove l'avevano inteiTotto nel loro film precedente «I 600 giorni di Salò». Le prime immagini sono perciò per i partigiani di Milano che scendono a Roma per chiedere la Costituente: vorrebbero far soffiare il «Vento del Nord» in tutto il Paese, ma l'impresa si rivelerà ben più difficile del previsto. Il desiderio di voltar pagina è però molto diffuso, e proprio in questo desiderio c'è un'analogia con l'Italia di oggi, che vorrebbe lasciarsi alle spalle Tangentopoli. «Allora come oggi - spiega Caracciolo - il Paese sentiva di venir fuori da un momento sbagliato e c'era il desiderio di cambiare e di innovare. Questo desiderio marca l'atmosfera di quegli anni. Cose che oggi sembrano scontate, elezioni, Parlamento, Repubblica allora erano innovazioni rivoluzionarie, dalle quali l'opinione pubblica era in parte affascinata e in parte spaventata». Ma molte e numerose sono le differenze rispetto al periodo odierno. «L'Italia - aggiunge Caracciolo - usciva da una trage¬ dia ben più grave. La guerra aveva causato centinaia di migliaia di morti, città e fabbriche erano distrutte, le malattie imperversavano - a Taranto addirittura era ricomparsa la peste molti italiani facevano letteralmente la fame. In più la classe dirigente e le istituzioni, dalla Monarchia all'Esercito, avevano perso credibilità e c'era un senso di sbandamento molto forte. La crisi dello Stato era senza paragone più grave di oggi». Pur soffermandosi sugli avvenimenti «clou», dal referendum istituzionale MonarchiaRepubblica alle battaglie della Costituente, dal Governo Parri alla campagna elettorale del '48, il film non vuole però raccontare solo la storia «politica» di quegli anni. «Abbiamo cercato - sottolinea ancora l'autore di raccontare anche la vita della gente comune, le attività di tutti i giorni, il tempo libero». Ci sono così il mercato nero e la disoccupazione, le prime sfilate di Miss Italia e le gite fuori porta senza la paura dei cecchini, la gente che balla il boogie-woogie, quella che va in bicicletta e anche un corteo di automobilisti che chiede al Cln di Torino la libertà di circolazione. «Da queste immagini - dice ancora Caracciolo si avverte che al di là delle tragedie c'era il desiderio di ricominciare a vivere collettivamente e anche molta allegria». Quell'allegria che sembra scomparsa nell'Italia degli Anni Novanta. A sottolineare i vari momenti del racconto per immagini ci sono una colonna sonora originale firmata da Benedetto Ghiglia e le canzoni d'epoca sceite da Gianni Borgna. Il montaggio, molto impegnativo in un'operazione di questo genere, è dì Angela Monfortese. Il programma è stato curato da Francesca De Vita e prodotto da Raitre. La distribuzione cinematografica è invece affidata alla Mikado Film, grazie alla cui collaborazione il Museo del Cinema ha organizzato l'anteprima di domani. Inf. 011/43.61.148. Rocco Moliterni Al Massimo domani il documentario che racconta gli anni del dopoguerra Immagini del '48. Qui a fianco un manifesto annuncia l'esito del referendum. Sotto, Togliatti in ospedale dopo l'attentato e mondine in una risaia nelle vicinanze di Vercelli