E la Maserati riaccelera di Giulio Mangano
E la Maserati riaccelera E la Maserati riaccelera Ghibli in versione rinnovata Il ritorno della Quattroporte GINEVRA. Il 1994 è un anno importante nella storia della Maserati. Non soltanto perché si festeggerà l'80° anniversario dalla fondazione (14 dicembre 1914), ma anche perché la Casa del Tridente ha imboccato la via di un difficile quanto inevitabile risanamento. Un processo che si è iniziato otto mesi fa con l'acquisizione, da parte di Fiat Auto, del 51 per cento delle azioni Maserati, controllate fino a quel momento da Alessandro De Tomaso. Facendo di necessità virtù (per un'improvvisa grave malattia, De Tomaso non poteva più occuparsi in prima persona dell'azienda), nella scorsa primavera il gruppo italiano - che nel '90 era entrata in Maserati, con una quota del 49 per cento, pur lasciando che strategie e scelte industriali restassero affidate al partner argentino - aveva messo al timone della Maserati uno dei suoi manager: l'ingegnere Eugenio Alzati, 58 anni e una significativa esperienza maturata con la Lancia, l'Alfa Romeo, la Ferrari e, più recentemente, con la Fiat Automoveis in Brasile. Ad Alzati sono stati sufficienti sette mesi di lavoro per rivoluzionare il piccolo mondo Maserati. Cominciando col riportare le lavorazioni interne a Modena - in precedenza, buona parte della produzione veniva realizzata negli stabilimenti milanesi di Lambrate - affidando soltanto ad aziende superqualificate del gruppo Fiat la lastratura delle lamiere e la verniciatura. Quest'ultima operazione attualmente viene realizzata a Maranello, nel modernissimo (e super-ecologico) impianto messo a punto dalla Ferrari. La Maserati è così diventata una marca agile e snella, con appena 270 persone - compresi ingegneri, progettisti e amministrativi -, oggi già in grado di produrre cinque vetture al giorno. E se, come tutti si augurano, la cadenza giornaliera tornerà a portarsi intorno alle dieci unità, il numero dei posti di lavoro si amplierà, arrivando a toccare quota 380. Il Salone di Ginevra tiene a battesimo i primi risultati della «cura Alzati», anche se sarà la rassegna di Torino, in calendario nel prossimo mese di aprile, a offrire un segno tangibile del nuovo corso. Al Lingotto, infatti, la Maserati presenterà una edizione dell'ammiraglia «Quattroporte» completamente nuova nella meccanica e nell'estetica (il design di partenza è di Marcello Gandini). Un nuovo corso testimoniato dall'edizione '94 della famiglia Ghibli. Un nome carico di storia e di fascino - la prima Ghibli venne presentata al Salone di Torino del '66 - rinverdito da tutta una serie di evoluzioni, anche stilistiche, nella tradizione delle granturismo italiane ad elevate prestazioni. Oggi la Ghibli, che costa 86 milioni 795 mila lire, chiavi in mano, si presenta forte dei suoi tradizionali elementi caratterizzanti - trazione posteriore, potenza esuberante, grande immediatezza di reazioni e notevole sportività nell'impostazione di guida - permeati da importanti e signicative evoluzioni in termini di qualità costruttiva e affidabilità generale. Intorno al tradizionale e inimitabile «cuore», piazzato longitudinalmente sotto il cofano anteriore - il motore V6 di 1996 ce, capace di erogare, con una nuova iniezione multipoint, due turbocompressori e due intercooler, l'incredibile potenza di 306 Cv/Cee a 6250 giri, con 373 Nm di coppia massima a 4250 giri (è l'unico propulsore due litri catalizzato, con una potenza specifica di 153 cavalli/litro) -, sono stati apportati numerosi interventi di fondo. In sintesi: adozione di un impianto frenante Abs dell'ultima generazione, ammortizzatori a controllo elettronico, sterzo collassabile, barre anti-intrusione nelle portiere, interruttore inerziale per bloccare il flusso del carburante, cerchi in lega di nuovo disegno e pneumatici maggiorati, specchietti più grandi ed ottimizzati nella galleria del vento. Così maturata, la brillantissima Ghibli - 270 chilometri orari; 0-100 km/h in 5,3 secondi; il chilometro da fermo in 24,9 secondi - sembra un'altra macchina. Anche perché è stata resa assai più sobria ed elegante con i paraurti nella stessa tinta della carrozzeria ed eliminando la quasi totalità di scritte, marchietti e tridenti vari, che - in numero sovrabbondante - ne appesantivano il disegno e l'immagine. Ritrovata la via dell'affidabilità e della credibilità, la Maserati, marca piccola ma dalle grandissime tradizioni, torna a far battere il cuore dei suoi fedelissimi. Che aspettano il Salone di Torino per ritrovare, con la «Quattroporte», un'ammiraglia non soltanto ad alte prestazioni e superconfortevole, ma dotata di grande sicurezza attiva e passiva - trazione posteriore, airbag, Abs, sospensioni elettroniche, differenziale intelligente - e di altissimo prestigio. Una Maserati genuina e sincera, che possa dare ai suoi fans, come ama ripetere con entusiasmo Alzati, «l'emozione di continuare nella leggenda». Giulio Mangano
Persone citate: Eugenio Alzati, Marcello Gandini
Luoghi citati: Alzati, Brasile, Ginevra, Maranello, Modena, Torino
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