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Drammatico racconto ai carabinieri: «Non ce la faccio più, abusa di me da quando ero ancora bambina» Drammatico racconto ai carabinieri: «Non ce la faccio più, abusa di me da quando ero ancora bambina» Denuncia il padre adottivo: mi ha violentata Ragazza di 17 anni fa arrestare un vigile urbano di Cuorgnè L'ha confessato in lacrime ai carabinieri: «Non ce la faccio più a tacere: mio padre mi violenta ogni sera, di fronte alla tivù accesa. Lo fa da sette anni». Il drammatico racconto è di una studentessa di 17 anni di Cuorgnè. Suo padre non è un padre «naturale»: Piergiorgio Riboni, 47 anni, via Nino Costa 20, l'ha adottata quando aveva dieci anni. Secondo la ragazza ha abusato di lei fin dal primo anno di convivenza. E' un vigile urbano molto noto in città. Con la moglie, Marisa Francavilla 44 anni, parrucchiera, desideravano tanto un figlio: e l'avevano ottenuto proprio grazie alle garanzie che offrivano di chiara moralità. La prima cosa che i carabinieri hanno domandato alla ragazza è stato il motivo per cui avesse taciuto il fatto così a lungo: la prima presunta violenza risale all'87, quando era appena una bambina. «Solo oggi ho trovato il coraggio di confessare tutto: le sue richieste si Delitto del panettiere, i erano fatte sempre più esigenti - ha risposto con voce spezzata -, adesso, anche se non ho più un tetto posso fuggire: mi mancano pochi mesi alla maggiore età». Secondo il suo racconto, il padre approfittava di lei ogni volta che la madre si assentava: «Appena eravamo soli cominciava a palparmi. Quand'ero più piccola mi rassicurava: non aver paura, diceva, papà lo fa perché ti vuole bene». All'inizio, aggiunge, era troppo piccola per rendersi conto che fosse una cosa sporca: «Col passare degli anni tutto è diventato più imbarazzante e insopportabile». La ragazza è stata ascoltata dai carabinieri di Rivarolo per un paio di ore. Poi sono cominciate le indagini, coordinate dalla magistratura di Ivrea. Ma soltanto in serata alle 21,15 le manette sono scattate ai polsi del vigile. Lo hanno arrestato i carabinieri di Cuorgnè. L'accusa è pesantissima: violenza carnale continuata e atti di libidine. Pier¬ Piergiorgio Riboni è stato interrogato a lungo nella caserma dei carabinieri di Ivrea: avrebbe respinto con forza tutte le accuse mosse dalla figlia «Si è inventata tutto, voleva vendicarsi» giorgio Riboni è stato interrogato tutta la sera dal sostituto procuratore della Repubblica di Ivrea, Lorenzo Fornace. Il vigile è presidente della squadra di calcio del Vallorco che milita nel campionato dilettanti. E' persona rispettata e molto nota. Tutti lo giudicano gentile e socievole, comprensivo coi giovani. «Sono innocente, sono tutte invenzioni, mia figlia vede troppi film», si è difeso il «civich». Anche la moglie sostiene che la ragazza abbia architettato una vendetta contro i genitori. Al telefono risponde: «Mia figlia ce l'ha sempre avuta con noi: la verità è che in questi giorni voleva scappare di casa, perché mio marito le aveva fatto una scenata davanti a Quando torna con i d i carabinieri danno la caccia a un giovane biondo scuola, l'aveva presa a schiaffi per una brutta pagella. Per questo, sono sicura, ha deciso di vendicarsi contro di noi. Ha scelto un modo orribile». Il comandante dei vigili di Cuorgnè Guido Rubin conferma la tesi dei genitori: «E' sempre stata una ragazza difficile, non ha mai legato coi suoi compagni: ancora oggi non frequenta nessuna compagnia, a scuola poi è reduce da alcuni insuccessi». Anche Rubin è convinto che la giovane si sia voluta vendicare della scenata subita dal padre di fronte ai compagni: «Proprio ieri ho parlato con la preside a proposito degli schiaffoni: la figlia non l'ha proprio digerita». Che la ragazza stia vivendo un momento difficile è fuori di dubbio: in classe, dicono i compagni dell'istituto professionale Jervis, da qualche tempo si comporta in maniera strana. Da ieri, poiché è ancora minorenne, è stata affidata a un'altra famiglia. Grazia Longo ocumenti lo arrestano