Sale ancora in gennaio, Italia all'11,2%

Sale ancora in gennaio, Italia all'11,2% Sale ancora in gennaio, Italia all'11,2% BRUXELLES. Continua a crescere il numero dei senza lavoro in europa e secondo le ultime statistiche rese note ieri a lussemburgo il tasso medio di disoccupazione nei Paesi dell'Ue è salito al 10,9 per cento in gennaio rispetto al 10,8per cento di dicembre. Esso era del dieci per cento nel gennaio del 1993. In cifre assolute, il numero globale degli iscritti alle liste di collocamento ha raggiunto in gennaio i 19,1 milioni di persone. L'ufficio di statistica dell'Ue ha detto che una stabilizzazione se non un leggero calo della disoccupazione è stato rilevato in gennaio in Germania, Danimarca, Italia, Gran Bretagna e Irlanda, mentre ulteriori aumenti si sono avuti in Spagna, Portogallo e Belgio. Di occupazione, ieri, hanno parlato anche i sindacati confederali italiani incontrando nel pomeriggio il presidente del Consiglio Ciampi. A loro avviso, l'accordo del 23 luglio scorso sul costo del lavoro dovrà essere valorizzato a livello internazionale. Questo dovrà accadere durante i lavori della riunione straordinaria del G7 sull'occupazione, convocata a Detroit per il 14 e 15 marzo della prossima settimana. In particolare, i sindacati hanno chiesto: l'utilizzo della politica dei redditi come strumento di controllo per consentire un politica economica più espansiva; e la cooperazione tra gli Stati Uniti, il Giappone e l'Europa per il rilancio delle politiche economiche. che i tassi di interesse continueranno a scendere. Senza risanamento della finanza pubblica, il processo di riduzione dei tassi, tanto necessario alla ripresa economica, si interromperebbe. Nel pensiero dei dirigenti della Banca d'Italia, tutte le ipotetiche diverse maggioranze di governo non potrebbero discostarsi in modo sostanziale dagli obiettivi di riduzione del deficit dello Stato. A seconda di chi governerà, ci potranno essere diverse composizioni della manovra di bilancio, diverse ripartizioni del carico fiscale, ma nessun cambiamento di rotta clamoroso: non ce ne sono i margini. Tra le cose da fare per il nuovo governo potrebbe esserci un riordino della tassazione delle rendite finanziarie, beninteso lasciando stare i BoT che la Banca d'Italia, come; è noto, invita severamente a non toccare. Al di là delle polemiche pre-elettorali, insomma, la linea di sacrifici del governo Amato e del governo Ciampi non potrebbe che essere conservata. Per questo motivo, riferiscono le stesse fonti della Banca d'Italia, i rappresentanti delle altre banche centrali hanno mostrato «scarsa curiosità per i nuovi attori della politica italiana». Che la tendenza al ribasso dei tassi proseguirà è stato poi confermato da Alexandre Lamfalussy, presidente del neonato Istituto monetario europeo (che coordina le Banche centrali in vista dell'unione monetaria). «L'allentamento cauto ma continuo delle politiche monetarie proseguirà» sostiene Lamfalussy, invitando a non preoccuparsi per gli aumenti registrati negli ultimi giorni dai tassi a lungo termine: «sono una conseguenza di quanto è avvenuto sui mercati

Persone citate: Alexandre Lamfalussy, Ciampi, Lamfalussy