Trema anche la Fininvest

I magistrati chiedono nove arresti «eccellenti», Galliani iscritto nel registro degli indagati I magistrati chiedono nove arresti «eccellenti», Galliani iscritto nel registro degli indagati Trema anche la Fininvest Caso Lentini, Milan sotto inchiesta NOVARA. L'ingegner Umberto Cattaneo, professionista di Novara e nipote del Presidente Scalfaro è stato arrestato, ieri sera, su ordine del gip di Verbania Massimo Terzi. Con lui sono finiti in carcere Felice Storti, socialista, già membro del comitato di gestione dell'Usi di Domodossola, così come l'ingegner Leone Petrulli, 40 anni, di Villadossola, titolare di uno studio di progettazione eppoi il geometra Giovanni Vidoli di Gravellona Toce già componente dell'ufficio tecnico della stessa Usi. Non si conoscono le imputazioni che vengono mosse ai quattro arrestati ma è confermato che gli stessi sono finiti in carcere per il cosiddetto scandalo della piastra dei servizi al¬ LMILANO ONTANO dalle luci dei riflettori elettorali, Silvio Berlusconi cambia faccia: il suo sesto senso di combattente lo mette in allerta. La sua seconda natura di uomo sospettoso (che in pubblico ha imparato a celare dietro al sorriso automatico), fiuta il complotto, l'accerchiamento. Un paio di giorni fa a un amico ha confidato: «Sono settimane che il giudice Gherardo Colombo ha sguinzagliato la guardia di finanza. In decine di mie società stanno sequestrando casse di documenti... Colombo vorrebbe rivoltare la Fininvest come un calzino». E ai suoi collaboratori ha detto sarcastico: «Non passa giorno senza che i carabinieri si facciano vivi in una nostra filiale, sede di società, uffici. Dovremo mettere una buvette per buona ospitalità». Berlusconi avverte questo rumore in lontananza, questo frusciare di documenti, toghe, voci, codici. Nell'imbuto dei giorni precipitano vecchie e nuove inchieste. Sono sotto pressione le procure di Torino, Milano, Boma e tutta la galassia Fininvest tv, calcio, edilizia, editoria - è sfiorata (o colpita) dalle indagini. Gianni Letta, vicepresidente Fininvest, è indagato nell'inchiesta sulle frequenze tv. Davide Giacalone, per la stessa indagine, è già varcato due volte il portone blindato di San Vittore e di Begina Coeli. Aldo Brancher, collaboratore Fininvest, deve vedersela con due inchieste: le tangenti a De Lorenzo per la campagna Aids, le mazzette ai politici di Grugliasco per il centro commerciale Le Gru. Poi c'è la faccenda Lentini, che minaccia di complicarsi con arresti pesanti. La caccia ai miliardi (forse) pagati in nero per l'acquisto del giocatore, inizia qualche mese fa Torino. Due magistrati, Alessandro Prunas e Gian Giacomo Sandrelli, ascoltano le rivelazioni di Borsano (ex presidente del Torino calcio), scavano, iscrivono al registro degli indagati Adriano Galliani, amministratore delegato del Milan, uno dei generalissimi del gruppo Fininvest. Galliani arriva in procura, ma solo per dire: «Mi avvalgo della facoltà di non rispondere». Gli avvocati insistono: la cifra pagata è quella ufficiale, 18,5 miliardi, non una lira di più. L'inchiesta gira a rilento. Poi l'accelerazione. Tutte le carte vengono spedite alla procura di Milano, atterrano sul tavolo di T rialmente la «provvista» di danaro, le altre si sarebbero prestate ad un vorticoso giro di false fatturazioni per «coprire» l'operazione. In tutti i casi nei bilanci societari le uscite di danaro secondo l'accusa sono state conteggiate illecitamente. Un reato gravissimo, più volte al centro dell'inchiesta Mani pulite. Ma non ci sono solo le vicende calcistiche a tener banco in queste ore. Sul tavolo del giudice Ghitti ci sono altre 3 richieste di arresto per il filone Enel, fonte ineasuribile per Mani pulite. Per ogni appalto una mazzetta, hanno scoperto i magistrati che in un anno hanno decapitato i vertici dell'Ente, arrestando consiglieri d'amministrazione, imprenditori e uomini politici. E ancora non sembra essere finita. Le tre richieste di arresto, anche queste in attesa di essere eseguite, riguardano gli impianti di desulforizzazione di una centrale Enel in Sardegna. Corruzione, l'accusa su cui punta la procura. E ancora una volta sono esponenti politici i destinatari sia delle mazzette versate dagli imprenditori per accaparrarsi l'appalto miliardario sia delle richieste di arresto ancora in attesa di essere eseguite. ANGENTI VERBANIA Fabio Potetti La sede Fininvest di Cologno Monzese. A lato Aldo Brancher, sotto Gherardo Colombo «Vogliono rivoltare la Fininvest come un calzino» E Silvio rinserra le file del clan faccia inspiegabile e, per lui, intollerabile. La sera del definitivo addio di Montanelli, quando gli riferiscono che il peggio è avvenuto, lui è davanti alla palazzina di via Bovani, sbianca, balbetta: «Non ci credo... No, non è vero». Per lui l'amicizia è un sodalizio per la vita. Non per niente in cima alla piramide Fininvest ci sono solo uomini con cui ha condiviso tutto, gli anni, la giovinezza: il cugino Giancarlo Foscale, Fedele Confalonieri, Carlo Bernasconi, Adriano Galliani, Marcello Dell'Utri. E' un sodalizio che sa di clan, di setta, e che ogni volta si rinnova, a fine riunione, nel rito dei saluti con l'abbraccio e il doppio bacio. Un legame che (se possibile) si fa ancora più stretto in queste settimane di assedio giudiziario. Non stupisce che nei giorni in cui Aldo Brancher se ne stava nella cella al sesto raggio, una Mercedes 600 metallizzata navigasse lenta sui viali che costeggiano i muri di San Vittore. Sul sedile di dietro: Silvio Berlusconi e Fedele Confalonieri. A fare che? Bivelò Silvio: «Volevamo metterci in comunicazione spirituale con Brancher. Volevamo che lui non si sentisse abbandonato». Pino Corrias Luigi Bisignani, ex capo delle relazioni e esterne Ferruzzi