Mani pulite chiede 9 arresti

Enimont, Di Pietro e Spazzali: sentiamo Occhetto. No del tribunale Enimont, Di Pietro e Spazzali: sentiamo Occhetto. No del tribunale Mani pulite chiede 9 arresti Fininvest nel mirino, nubi sulMilan r PAOLO GUZZANTI A Napoli è crollato il Muro degli Intoccabili MILANO. Segnali meno bellicosi nel turbolento rapporto tra Forza Italia e la Lega, alleati nel Polo della Libertà. Gli ultimi attacchi di Umberto Bossi a Silvio Berlusconi hanno provocato la reazione immediata del Cavaliere: «Dice cose senza capo né coda». E subito il leader leghista attenua: «C'è troppa confusione in giro e troppi ne vogliono approfittare». Insomma, nel Polo delle libertà c'è concorrenza, ma forse è meglio non spararsi cannonate. E per un chiarimento definitivo Bossi rilancia: «Andiamo in tv insieme per spiegare chi siamo. Ognuno racconta le proprie ragioni, ognuno tira fuori le proprie differenze». E Berlusconi: «La gente ha buon senso e capisce, il disegno dell'alleanza sovrasta i singoli leader». Interviene Miglio, ideologo della Lega: «Noi senza Berlusconi siamo sempre la Lega, ma lui senza di noi non fa più nulla». MILANO. I magistrati della procura hanno firmato ieri mattina nove richieste d'arresto per i due filoni in cui si sta addentrando l'inchiesta di Mani Pulite: quello delle tangenti per una centrale Enel in Sardegna e quello legato al trasferimento del calciatore Gianluigi Lentini dal Torino al Milan, che nasconderebbe pagamenti in nero e irregolarità fiscali ed amministrative. L'amministratore delegato del Milan Adriano Galliani è già iscritto nel registro degli indagati della procura di Milano. Ma le accuse di falso in bilancio e false fatturazioni sociali potrebbero cadere presto su altri top manager e dirigenti del gruppo Fininvest. Nel mirino dei magistrati milanesi ci sono da tempo alcune società collegate al «biscione». Diversi i ruoli che avrebbero avuto nella vicenda: una avrebbe fornito materialmente la «provvista» di danaro, le altre si sarebbero prestate ad un vorticoso giro di false fatturazioni per «coprire» l'operazione. In tutti i casi, sostiene l'accusa, le uscite di da¬ naro sono state conteggiate illecitamente nei bilanci societari Intanto è tornato in carcere Luigi Bisignani, l'ex capo delle relazioni esterne della Ferruzzi, accusato di ricettazione. Lo ha annunciato Di Pietro al processo Cusani, nello stesso giorno in cui il presidente Tarantola ha «bocciato» due volte le richieste dell'avvocato Spazzali. Il legale ha chiesto per il suo assistito il rito immediato: il tribunale ha risposto no. Poi ha chiesto di sentire Occhetto e D'Alema: «testimonianze irrilevanti», è stata la risposta. Nuovo ordine di cattura anche per Giorgio Casadei, il portaborse-tuttofare dell'ex ministro degli Esteri De Michelis. Nei giorni scorsi Barbara Ceolin, ex segretaria del ministro, era stata interrogata da Di Pietro in Svizzera. Aveva spiegato di aver preso una busta da Marcello Portesi, il manager della Ferruzzi. Nella busta c'erano cento milioni ma gli accordi - ha spiegato la donna erano stati presi da Casadei, attualmente in carcere. S. Marzolla e P. Polerti A PAGINA 3 NAPOLI. Napoli ha anche un'anima, un orgoglio. Un senso della morte e della vita perduta che questo scandalo nello scandalo, questo terremoto nel terremoto, non fa che lievitare, proprio mentre si producono insieme nuove frane: frana, per rabbiosa delusione, quel che resta del senso dello Stato, che già non era molto. Ma frana, comincia a franare davvero, l'idea fatalistica che voleva comunque vittorioso l'anti-Stato. La gente non parla d'altro che della pistola fatta arrivare a Poggioreale dal dottor Armando Cono Lancuba. E di «don Rafele» Cutolo (nella foto), che ha detto a piena voce ciò che tutti sapevano: la politica lusa con la mafia. A PAGINA col- ÌINA7 GINA col- I ÌINA7 I

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