In mostra slip d'autore di Antonella Amapane

In mostra slip d'autore In mostra slip d'autore Ferrè attore. Al brucio e senza copione. E' stato pronto e spiritoso io stilista - nel recitare se stesso - intervistato da una svampita Kim Basinger, repoter televisiva (una sorta di Elsa Klensch della Cnn) nel film di Altman. La scena si è svolta ieri, all'improvviso, backstage, dopo la sfilata di Dior disegnata da Ferrè. Una collezione salutata da ovazioni standing. In piedi persino Sofia Loren. La diva confida ai cronisti che le sarebbe piaciuto salire in pedana con Ferrè, per rendere omaggio al grande creatore. Privata del grande fiocco, che nei giorni scorsi le decorava il collo, ora esibisce un superbo décolleté da cui sbuca malizioso un body di pizzo. Gli abiti che indossa nella commedia di Altman arrivano tutti dalla maison Dior. Alcuni, addirittura d'epoca, sono stati appositamente adattati alle esigenze della commedia. Gli attori e il pubblico, dietro le quinte, in fila, abbracciano imo per uno, Ferrè, commosso da tanto entusiasmo. Parata di star. Dove realtà e fiction si mescolano. Ecco la fascinosa Lauren Bacali, poi la nana Linda Hunt, e infine il tenebroso Rupert Everett. Dopo, arriva la Basinger. In tailleur beige. La daltonica reporter, sullo schermo, per compiacere gli stilisti, di volta in volta indossa le loro creazioni. Il «gobbo» della Basinger rimanda domande sciocche, dal tipo: «Che differenza c'è fra la sfilata Dior e quella FIRENZE. «Mutatis Mutandis» è il titolo scherzoso di una originale iniziativa collaterale al «Firenze Pronto Moda» che si terrà sabato prossimo a Firenze. Si tratta di un appuntamento con un capo d'abbigliamento particolare: le mutande. Circa ottanta artisti, creativi, designers e stilisti, italiani e stranieri, dedicheranno la loro attenzione a questo capo particolare dell'intimo maschile e femminile. Sarà questa l'occasione per confrontarsi con prodotti che, di volta in volta, finiranno per privilegiare la praticità piuttosto che la fantasia, gli aspetti sexy piuttosto che quelli spiritosi. Una giuria composta da giornalisti e produttori del «Pronto Moda» assegnerà i riconoscimenti previsti per le tre migliori «opere». La premiazione è prevista per lunedì 14 marzo. A premiare i vincitori, Rosa Fumetto, madrina della manifestazione. [Agi] cui spiccano dilatati e posticci polsini e colletti. Mentre il piumino di paillettes si intercala ai blazer di pitone, simili a quella che Nicholas Cage, in «Cuore Selvaggio», promuoveva a simbolo della libertà. «Bravo», urla la platea. Le top - che ogni mattina arrivano accompagnate dalle Mercedes (sembra che la casa abbia allungato alla Camera della Moda 400 mila franchi per questo privilegio) - incedono avvolte in completi dalle tinte allegre e morbide tuniche di velluto. Brandi, rivale di Claudia, continua raccogliere trionfi. Sarà lei la nuova testimonial Bulgari. E non soltanto giovedì sera, per il lancio della nuova linea di gioielli, in oro e porcellana, dell'orafo romano. Ferrè?», oppure «Ci parli del trucco e del maquillage». «Bellissimo», esclama ogni tanto in stentato italiano. Ferrè sta al gioco e senza scomporsi risponde vivace. Altman si complimenta con lui. La gente preme dietro le quinte, ha ancora negli occhi le immagini della sfilata, di una donna che lo stilista definisce moderna, ma ben salda alle tradizioni. Incapsulata in abiti corsetto, di pelle nera, che si appoggiano scultorei su gonfie camicette bianche. Hanno un'aria da ginnaste di lusso le modelle che paiono appena uscite dalla palestra. Plasmate da tute di lana, con bande chiare ai lati, riscaldate da cappotti lunghi, sottili, segnati in vita. I pantaloni si accostano a golfini neri su Quello firmato Bulgari è un evento clou per il film. Riunisce molti stilisti, fra cui: Ferrè, Gaultier, Lacroix, Alaia e forse Valentino. In quell'occasione si vedrà anche Mastroianni, che per volere di Altman ruba vestiti a tutti e li adatta alle sue misure in maniera rocambolesca. Per lui soltanto capi di Nino Cerniti, presente ieri alle sfilate con una calibrata linea femminile. Domenica sera, duemila persone hanno conquistato a fatica un posto al vecchio deposito treni, di avenue Reille, per godersi lo show di Gaultier. Mentre una nenia accompagnava la voce fuori campo - che traduceva dal francese al russo, al cinese - in pedana uscivano follie. Gaultier volta le spalle all'Occiden- te e guarda altrove. Agli eschimesi, incappucciati in pesanti montoni, alle cinesine in kimoni trapunti. Pantaloni come moon boot, in pelo bianco, giacche accollate, maglioni stratificati. L'assemblaggio è stravagante, come sempre. Prese singolarmente, però, le proposte sono vendibilissime, nuove. Ma quando le indossatrici escono con le candele accese in testa, i fotografi non si tengono. Intonano «Happy Birthday». Antonella Amapane

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