Le vittime sono 2 giovani romani. Il primo scalatore è precipitato trascinando nella caduta i compagni

Le vittime sono 2 giovani romani. Il primo scalatore è precipitato trascinando nella caduta i compagni Le vittime sono 2 giovani romani. Il primo scalatore è precipitato trascinando nella caduta i compagni Gran Sasso, cardata di mari© Si sfracellano 2 alpinisti, un altro ferito r TERAMO. Il Gran Sasso ha fatto altre due vittime. Sono Romolo Vallese, 36 anni, geometra di Roma, e Paolo Campiani, 32 anni, ingegnere, nato negli Usa, ma residente a Roma. Erano partiti domenica per un'ascensione lungo la parete Est della vetta orientale del Corno Grande, la più alta cima dell'Appennino, 2914 metri. Della cordata faceva parte un altro romano, Luca Grazzini, 30 anni, che è rimasto ferito in modo non grave. L'incidente è avvenuto domenica mattina sull'anticima Nord della vetta orientale del Gran Sasso, lungo la via in parete denominata «Via della riforma agraria», a circa 2.500 metri di quota. A cadere per primo sarebbe stato il capocordata. Il colpo ha strappato tutti i chiodi facendo precipitare anche gli altri alpinisti per circa cinquanta metri. Il terzo alpinista della cordata è riuscito a salvarsi perché la corda, incastratasi su uno spuntone di roccia, lo ha trattenuto. Grazzini, ferito e sotto choc per la morte dei suoi due amici, ha bivaccato ai piedi della parete e soltanto ieri mattina è riuscito a tornare a valle e a dare l'allarme. L'uomo è stato ricoverato all'ospedale di Teramo. Le sue condizioni non destano preoccupazione. Subito sono partite le squadre del Soccorso alpino del Cai e un elicottero del tipo «AB206» dei vigili del fuoco è decollato dall'aeroporto di Ciampino. I corpi senza vita di Romolo Vallese e Paolo Camplani sono stati rapidamente individuati grazie alle indicazioni fornite dall'alpinista superstite. Gli uomini del soccorso alpino durante una ricognizione in elicottero hanno visto i corpi appesi in parete. Ma le operazioni di recupero dei due alpinisti si sono presentate difficoltose. Vista l'impossibilità di intervenire subito dall'alto, soprattutto a causa della limitata visibilità, i soccorritori hanno deciso di non rischiare e di rinviare all'alba di questa mattina le operazioni. L'elicottero dei vigili del fuoco e gli uomini del soccorso alpino del Cai ritenteranno a partire dalle prime luci dell'alba. Ancora non è stata accertata la causa del tragico incidente. Tra le ipotesi, c'è quella di un appiglio che ha ceduto all'improvviso oppure di una caduta di neve e sassi che ha travolto la cordata composta dai tre romani. Frane e slavine sonoun fenomeno frequente in questo periodo in montagna a causa dei forti sbalzi di temperatura fra il giorno e la notte e le guide raccomandano la massima prudenza a chi si avventura in parete. Con le due vittime di domenica, salgono a tre i morti sul massiccio del Gran Sasso nel giro di ventiquattr'ore: un escursionista abruzzese era morto lo stesso giorno più a Sud, verso Castel del Monte, nel versantre aquilano. La montagna in questi giorni è coperta di neve ancora molto alta in alcuni punti e di notte il termometro sopra i 2000 metri di altitudine scende fino a quindici gradi sotto lo zero. Pochi giorni fa una valanga aveva fatto un'altra vittima: un tenente degli alpini di 27 anni che guidava un'esercitazione militare sulle montagne dell'Alto Adige. [r. cri.] / Napoli, in coma. Ossessionato da lettera dell'Inps Il pullman carico di pellegrini incendiatosi domenica, all'alba, sull'autostrada a Nocera L'OPI

Persone citate: Grazzini, Luca Grazzini, Nocera, Paolo Campiani, Paolo Camplani, Romolo Vallese

Luoghi citati: Castel Del Monte, Ciampino, Napoli, Opi, Roma, Teramo, Usa